Pd Info - 21 maggio 2010

Pd Info - 21 maggio 2010
 
Cari Circoli,
 
nell’incontro con Pierluigi Bersani di lunedì scorso la morsa in cui sono stretti i Comuni è emersa in tutta la sua drammatica consistenza. Quando si cominciano a snocciolare i numeri la situazione appare persino grottesca: il governo vuole trasferire agli Enti Locali immobili statali per quasi 4 miliardi di euro? Bene, ma come faranno Province e Comuni a farsi carico delle spese di manutenzione dato che il patto di stabilità impedisce tanto di alienarli quanto di investirci? Le nostre proposte di investire nelle opere comunali, anche per dare respiro alle piccole e medie imprese, sono sempre cadute nel vuoto davanti a un Governo sordo e cieco, e oggi ci troviamo davanti a una manovra che sarà pesante; a Roma sono davvero sicuri che non ci siano né i margini né l’opportunità per rivedere il patto? La verità è che c’è un enorme bisogno, nel Paese come in Lombardia, di fare chiarezza, ed è in questo contesto che il nostro partito propone la legge di iniziativa popolare con cui chiediamo l'attuazione del federalismo fiscale e la modifica di obiettivi e regole del patto di stabilità così da premiare i Comuni virtuosi e sostenere quelli più piccoli, perché è necessario togliere il tema delle autonomie dallo scaffale delle battaglie ideologiche in cui la Lega lo ha relegato.
 
La nostra regione deve generare un nuovo modello di sviluppo che consenta ai territori di ricominciare a crescere: le nostre eccellenze non sono sufficienti se la politica e le istituzioni non fanno la loro parte. Serve un piano d’azione per le politiche industriali, non per “finanziare tutto” ma per indicare i settori emergenti che vanno costruiti. Ma serve anche una semplificazione delle procedure dei bandi regionali, spesso lente e farraginose, serve applicare quei principi dello Small Business Act che in Europa sostiene la piccola e media impresa. Serve sostenere l’accesso al credito da parte delle imprese investendo seriamente sul sistema dei Confidi. Serve che si apra un tavolo tra imprese e banche in cui negoziare nuove politiche per il credito. Più ancora, serve il lavoro. Dobbiamo impegnarci in una battaglia unitaria per l’allungamento della Cassa Integrazione anche per il prossimo anno e per sostenere in concreto le migliaia di lavoratori, partite iva e collaboratori che stanno oggi ai margini degli strumenti di protezione sociale. E l’altro trema cruciale, strettamente connesso a quello delle imprese e del lavoro, riguarda le famiglie. E’ innegabile che occorra riorganizzare le politiche abitative, soprattutto dopo il fallimento del tanto decantato “piano casa”, così come esiste l’urgenza di costruire un nuovo welfare sul modello della “comunità solidale”, che parta dal rimettere persona e famiglia al centro delle relazioni affettive ed economiche. Da qui alla sanità il passo è breve, perché  costruire una rete territoriale di servizi al di fuori degli ospedali diventa un tema essenziale anche in una regione di eccellenze come la nostra.
E poi intervenire sulla mobilità, sui trasporti. Il Pd sostiene tutti gli interventi che consentano di proseguire rapidamente la realizzazione dei grandi assi infrastrutturali condivisi (Pedemontana, Tem...) ma non può fare a meno di sottolineare che il nervo scoperto della Lombardia è il trasporto pubblico locale, che è oggi - incluso il trasporto ferroviario regionale - tra le più evidenti inefficienze del sistema lombardo.
 
Ricette precostruite non ce ne sono, ma sappiamo già alcune cose che non dobbiamo fare. Non dobbiamo perseverare in un centralismo chiuso alle relazioni con gli Enti locali che, lo dicevamo poco sopra, stanno soffrendo la crisi come nessun altra Istituzione: perché non restituire, proprio ai Comuni, tramite i Distretti, quei 20 Milioni di Euro e più che furono tagliati al tempo dell’istituzione del Buono Famiglia regionale? Con questa cifra si potrebbe finanziare il fondo per la non autosufficienza. E dove sono stati in questi anni gli investimenti regionali sulla sussidiarietà verticale? Occorre che il Consiglio delle Autonomie previsto dallo Statuto regionale parta subito, e che diventi autentico interlocutore del territorio.
 
Non ci sono ricette, certo, ma ci sono molti temi su cui l’azione politica del nostro partito è necessaria; alcuni li abbiamo indicati, altri li dobbiamo conoscere e costruire insieme: non esitate a chiederci informazioni in merito e a darci i vostri suggerimenti, è quanto di più necessario per costruire una politica che sia forte e che stringa virtuosamente i territori alle Istituzioni.
 
Grazie per la vostra attenzione e, come sempre, buon lavoro.
 
Maurizio Martina
Segretario regionale Partito Democratico lombardo
 
Roberto Rampi
Responsabile Organizzazione PD Lombardo
 

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