PROPOSTA PER I COMUNI DELLA VALSERINA, UN PERCORSO PER L’UNIONE DEI COMUNI


Comunicato stampa CIRCOLO PD VALSERINA CON PREGHIERA DI DIFFUSIONE

OGGETTO:PROPOSTA PER I COMUNI DELLA VALSERINA, UN PERCORSO PER L’UNIONE DEI COMUNI

Il circolo Pd della Valserina lancia l’idea di un percorso per i comuni della Valserina con Dossena al fine di evitare in parte le conseguenze più fastidiose della nuova normativa e dare vita una collaborazione più stretta che può assumere le forme di un’Unione dei comuni, la quale può avere, oltre il minimo descritto dalla legge, organi aggiuntivi, meccanismi di democrazia partecipata, funzioni  che saranno decise lungo un percorso condiviso.

Con le recenti manovre finanziarie ci sono state parecchie novità che impattano con forza sui nostri comuni, in particolare sui paesi con meno di 1000 abitanti. Ovvero tutti tranne Serina e Oltre il Colle, seppur quest’ultimo paese di soli 62 unità. Nel 2010 difatti Dossena conta 966 abitanti , Costa Serina 980, Bracca 767, Algua 726 e Cornalba 310.
Le principali novità sono:
         Obbligo di esercizio associato per tutti i servizi e le funzioni amministrative per tutti i comuni al di sotto  dei 1000 abitanti;
         Possibilità di aderire in alternativa a un’Unione dei comuni per tali comuni per conferirle le PRINCIPALI funzioni (quindi non tutte);
         Obbligo comunque entro 3 anni dell’esercizio associato di tutte le funzioni amministrative per i comuni al di sotto dei 5000 abitanti: amministrazione; gestione e controllo; funzioni di polizia locale; istruzione; funzioni nel campo della viabilità e dei trasporti; gestione del territorio e dell’ambiente;
         Eliminazione della giunta per i comuni al di sotto dei 1000 abitanti;
         Riduzione da 9 a 6 consiglieri per tutti i comuni, quindi 4 di maggioranza e 2 di minoranza più il sindaco.
         Applicazione del patto di stabilità per i comuni fino a 1000 abitanti.

Ma anziché lasciarci imporre dei modelli associativi e amministrativi e farci privare così del potere di decidere in modo autonomo, perché non decidere insieme   quale sarà il nostro futuro?
La nostra proposta è pertanto che tutti gli attori principali delle istituzioni ma anche della società civile della Val Serina (associazione agricoltori, pro loco, ecc..) comincino a discutere su quale assetto istituzionale sia migliore per rilanciare la valle e quali strumenti di partecipazione alle decisioni possano essere più funzionali.
E’ pacifico che ogni comune voglia  mantenere una propria autonomia e specificità, ma mai come ora dobbiamo ragionare insieme del futuro. Se davvero dobbiamo unire le funzioni, perché non creare a questo punto un’unica istituzione, con un piano strategico e organico condiviso dai sindaci, in cui si decide insieme  come distribuire le risorse, quali provvedimenti prendere, su quali caratteristiche della valle puntare, che strategia di marketing territoriale adottare? Altrimenti il rischio è che dall’alto ci impongano forme di collaborazione che non condividiamo, o peggio anche fusioni come previsto dalla prima bozza della manovra, e che si rivelino in ultima analisi,  come ogni scelta imposta, un carrozzone inutile.
Facciamo un percorso e condividiamo obiettivi e strategie. Crediamo che la prospettiva sia la creazione di un’Unione dei comuni in cui però possiamo inserirci strumenti di autonomia per ogni singola comunità, di codecisione da parte dei rappresentanti dei comuni e di partecipazione democratica dei cittadini . In questo modo unificheremmo  sia gli sforzi che gli obiettivi e non sprecheremmo risorse umane e finanziarie.

Dichiara infine il segretario Andrea Tiraboschi: “ I provvedimenti all’interno delle manovre finanziarie recenti non sono solo lesivi dell’autonomia e dell’autodeterminazione dei comuni, ma mettono a repentaglio la democrazia e la rappresentanza. Il taglio dei consiglieri comunali come quello della giunta rappresenta un taglio al volontariato civile che molti di noi fanno nei comuni, aumentando la consapevolezza della cittadinanza di quanto succede e quindi la trasparenza della macchina amministrativa, principio non molto rispettato neppure dalle nostre parti. Inoltre la diminuzione del numero di cittadini che si occupano del bene comune, i quali pesano sulle casse del comune o nulla o al massimo 15 euro a seduta, è un impoverimento della nostra democrazia, con l’accentramento nelle mani di pochi del potere decisionale. E in questo credo abbia una responsabilità altissima quella forza che dell’autonomia e del federalismo ha fatto la sua bandiera, rimangiandosi poi la parola in funzione di un  neocentralismo regionale. Parlo ovviamente della LEGA.  
Da bravi uomini di montagna però non possiamo piangerci addosso, ma dobbiamo elaborare dal basso un nuovo modo di intendere il nostro territorio, ristrutturando la macchina amministrativa, incrementando le occasioni di partecipazione democratica, di condivisione di risorse. Credo che possiamo elaborare in questo percorso che proponiamo qualcosa di originale e importante per la val Serina. So che non è una cosa facile anche per le storie diverse e la paura di lasciare recinti sicuri, ma se non lo facciamo noi, qualcun altro lo deciderà a posto nostro”


Bersani sul caos europeo e il diktat di Francia e Germania


Non è credibile che chi non ha fatto nulla per tre anni, domani mattina faccia ciò che serve

Abbiano perso la stima e il rispetto internazionale. Siamo stati derisi e questo è inaccettabile. Ma gli italiani non sono Berlusconi e vanno rispettati! Adesso inventeranno condoni e sanatorie mentre solo le dimissioni offrirebbero al Paese un soprassalto di consapevolezza. Le misure abborracciate non sono più sufficienti

pubblicato il 24 ottobre 2011 , 167 letture
strada senza uscita
“Siamo di fronte ad un passaggio cruciale, come lo era un mese fa e come lo sarà ancora di più tra una settimana. E sta avvenendo quello che abbiamo detto tante volte, purtroppo inascoltati”. Così il segretario del PD Pier Luigi Bersani ha introdotto la conferenza stampa per ribadire le proposte del PD in risposta alle sollecitazioni dell'Unione europea sulle riforme immediate da attuare in Italia.

“Abbiamo assistito a tre anni di assoluta mancanza di riforme e di idee; a tre anni che non hanno prodotto equità; a tre anni di totale assenza di dignità che ci hanno portato a dove non dovevamo essere. Siamo esposti alla crisi e, purtroppo, siamo considerati il rischio per l'Europa e per il mondo” ha continuato il leader democratico.

“Abbiano perso la stima e il rispetto internazionale. Siamo stati derisi e questo è inaccettabile. Ma gli italiani non sono Berlusconi e vanno rispettati! E naturalmente devono però far tutto ciò che è in loro potere per esserlo”.

Quali alleanze, quale programma, quale candidato



        
Quali alleanze, quale programma, quale candidato.

 a cura di Andrea Tiraboschi

E’ evidente che con la crisi del centrodestra,  “l’alternativa” non può pensare di indugiare ancora a lungo di fronte agli eventi e deve indicare con chiarezza e velocità cosa vuol fare. Il Pd ha sempre posto due problemi dinanzi anche ai futuri alleati: prima di un leader, ci vuole un programma, uno spartito come lo chiama Bersani, e in secondo luogo è necessario raccogliere il consenso più ampio possibile per la prossima legislatura. A ciò si lega il dialogo che il Pd negli ultimi mesi sta tenendo  con le forze centriste, Udc e FLi. Non tanto per un futuro di alleanze, quanto piuttosto di condivisione di iniziative di opposizione al governo ma soprattutto per cercare di condividere su alcuni temi una posizione comune da sostenere ora e in futuro. E’ evidente che con UDC e FLI ci sono moltissimi temi che ci dividono. Tuttavia la situazione è  talmente grave per l’Italia che non possiamo permetterci ulteriori divisioni e il confronto fra forze diverse è necessario oltre che auspicabile. Purtroppo questo non avviene con la maggioranza, rinchiusa nei suoi giochini di potere  e di sopravvivenza, la quale con il suo comportamento mette a rischio l’intero paese.
Quindi, chiarita l’interlocuzione con le forze di centro, il tema di fondo però rimane: con chi allearsi per le prossime elezioni e quale programma proporre?  Vedo all’orizzonte tre passaggi: la legge elettorale, il programma, le primarie. E’ chiaro che il sistema elettorale può condizionare e non poco il sistema di alleanze, per cui se il sistema sarà maggioritario di sicuro le alleanze si dovranno stipulare, mentre se è proporzionale la via della corsa solitaria rimane aperta. Su questo ci ritorno dopo. Tuttavia per ora non ci sono spiragli per un cambiamento della legge elettorale  se non per impulso del referendum, se saranno ammessi i quesiti.
Il secondo passo è il programma e qui vengono i nodi al pettine. E’ ora di decidere con chiarezza quale programma proporre agli italiani. Il Pd, come Bersani ci spiega nel trafiletto accanto, ha fatto un lavoro di elaborazione nelle sue assemblee, elaborando anche proposte specifiche. Ma su alcuni temi centrali è chiaro e evidente che ci sono due impostazioni molto diverse. Cito solo il tema del welfare e delle pensioni. Quindi se da un lato abbiamo un problema nostro interno di chiarezza programmatica, questo è accentuato e  per certi versi insuperabile a livello di centrosinistra. IDV, SEL e PD hanno idee molto differenti ad esempio sul lavoro, sulla riforma delle pensioni. L’IDV inoltre ha spesso dimostrato di essere populista e un alleato non molto affidabile, come quando Di Pietro ci ha definito PDL meno L oppure quando ha presentato  l’emendamento per la soppressione della parola “provincia” in costituzione, cosa per cui ci vogliono mesi, in una seduta di manovra finanziaria al solo scopo di far polemica e trarne i dovuti meriti di moralizzatrice  della “casta”, la quale, cattiva, invece “conserva le inutili province”. Inoltre è da sottolineare come quell’emendamento arrivasse dopo una nostra presentazione di un disegno di legge di revisione delle province alla commissione competente. L’IDV ha scelto pertanto di fare la demagogica anziché discuterne nel merito. Con SEL invece non ci divide tanto il metodo di lavoro quanto le idee da proporre sui temi del lavoro, delle pensioni, dei servizi pubblici ecc..
Tuttavia, nonostante le difficoltà che sono chiare a tutti, credo che con un po’ di generosità delle parti si può trovare una convergenza su molti temi. Questo deve avvenire però sul rispetto reciproco delle posizioni e con grande lealtà, cosa che spesso è venuta a mancare in questi anni
Ultimo passo sono le primarie. Per statuto il candidato a premier del Pd è il segretario del partito, ovvero Bersani. Tuttavia è chiaro che alcuni dentro al Pd vogliano mettersi in gioco e pertanto non vedrei male anche una consultazione interna al partito per scegliere il candidato. Una volta fatto questo passaggio, avendo in mano il programma e stabilito chi ci sta e  chi no, si fanno le primarie e tutti gli elementi del quadro hanno preso pertanto forma. Questo processo però non va più ritardato, anzi, anche attraverso iniziative simboliche, va incrementato e condiviso velocemente per creare anche presso l’opinione pubblica  l’idea che esiste ed è concreta l’alternativa al sfacelo attuale. Abbiamo buone proposte, abbiamo le idee e gli uomini e non vedo male neanche le primarie per scegliere i candidati. Però ci vuole iniziativa politica ed è questo che stiamo chiedendo come circolo del PD Valserina in ogni luogo di discussione, perché al disorientamento in atto presso i cittadini si dia una risposta veloce e forte e speriamo anche unitaria del centrosinistra.   

L’ANGOLO DEL CIRCOLO


L’ANGOLO DEL CIRCOLO
Sono uno degli ultimi iscritti al circolo Valserina, ho aderito al Pd dal 2009 partecipando alle primarie. In passato sono stato un leghista della prima ora, quando la lega era un movimento di protesta, che voleva cambiare con il suo vento riformatore la politica e il sistema di Roma “ ladrona”. Poi pero quando la Lega è diventata forza di governo ho visto che un conto sono gli slogan e i proclami, e un conto sono i provvedimenti reali e sono rimasto molto deluso. Inoltre la lega sembra aver preso tutti i difetti e i vizzi dei partiti “ romani”.
Mi sono avvicinato al Pd per una voglia di cambiamento e anche per gli appelli dei vescovi e del papa, che hanno invitato i cattolici a impegnarsi di più nel sociale e nella politica, portando il loro contributo di idee e di valori, considerando anche la mia formazione giovanile, come si diceva un tempo “democristiana”.
Credo che il partito democratico possa essere un grande partito, moderno, di stampo europeo, con varie anime, che difenda la costituzione e l’unità del paese, un partito per la pace, il lavoro, la giustizia in Italia e nel mondo. Un partito che lavori non per dividere, nord contro sud, giovani contro anziani, ricchi contro poveri, ma sia per l’unità e la coesione sociale, per il bene di tutto il paese. Un partito che riporti un po’ di moralità nella politica e lo avvicini alla gente, con politici veramente eletti dal popolo e che siano degni dei grandi politici del passato.
Vorrei dire ai giovani che credono nei miei stessi ideali e valori, che hanno sulle spalle il debito pubblico enorme del passato, che il governo ha condannato a una vita di precari senza prospettive, che possono contare su una scuola pubblica sempre più impoverita e svuotata, che avranno una pensione sempre più lontana e inadeguata, mentre c’è chi prende le pensioni d’oro e non vuole fare rinunce, per non parlare dei costi della politica e degli sprechi, venite con noi, perché cambiare in meglio si può.
Alla festa democratica di Seriate l’intervistatrice ha chiesto all’on. Bersani cosa farebbe per  prima cosa se fosse eletto capo del governo e lui ha risposto che gli sta molto a cuore il lavoro dei giovani, fare qualcosa per il precariato, per l’apprendistato e i tirocini, perché i giovani sono il motore del paese e se il motore non va, il paese non cresce, non ha futuro.
Anche ai vecchi che hanno lavorato una vita e si trovano a fare i conti con una misera pensione, con l’inflazione che ha ripreso a salire e il potere d’acquisto diminuisce, dico venite con noi, cambiare in meglio si può.
Io penso e spero che l’era berlusconiana volga al termine e ci sarà bisogno del contributo di tutti per ripartire tutti insieme, come gli italiani hanno già dimostrato di saper fare, ripartendo dal lavoro, dalle persone, dall’economia reale.
Perché è necessario ora più di prima riformare il capitalismo selvaggio, la finanza senza regole, l’economia virtuale  che hanno fallito, come dimostra la crisi finanziaria mondiale.
Un saluto a tutti.            Gianantonio Cortinovis

UNITA’ NAZIONALE E NUOVO IMPEGNO DEI GIOVANI


UNITA’ NAZIONALE E NUOVO IMPEGNO DEI GIOVANI
Battuta di arresto della maggioranza alla Camera per il rendiconto 2010. Tuttavia  il governo Berlusconi ottiene la 51^ fiducia il 14 ottobre con 15 voti di scarto (ne aveva 60 all’inizio della legislatura). Il puntello dalla Lega regge, ma fino a quando? E a che prezzo per l’Italia?
Tra le opposizioni si prospettano diverse e separate proposte: governo di unità nazionale o di larghe intese, governo tecnico ed elezioni anticipate. Ed è  uno dei motivi per cui lui non cade, ovvero  dalla debolezza della proposta di chi vuol prendere il suo posto. Personalmente sono per un governo di unità nazionale.
E’ ben strana questa situazione in cui il Primo Ministro è al centro dell’attenzione mediatica per i suoi comportamenti personali (molto discutibili per la posizione che riveste), che deve dedicare molto del suo tempo a seguire le pratiche giudiziarie che lo riguardano. Ma l’Italia è un paese normale?!? In un qualsiasi altro Paese occidentale, le dimissioni dell’interessato sarebbero arrivate alle prime avvisaglie giudiziarie, anche per salvaguardare l’immagine dello Stato. Perfino gli industriali - per bocca del loro presidente Emma Marcegaglia - affermano “siamo stufi di essere lo zimbello internazionale quando andiamo all’estero a esportare i nostri prodotti”.
Il Partito Democratico, perno dell’opposizione per qualsiasi possibile sviluppo della situazione,  ha comunque fatto e farà la sua parte, con senso di responsabilità per il Paese, come ha ripetutamente chiesto il Presidente Napolitano.
Ha accolto con favore l’accordo siglato a fine giugno tra la Confindustria e i sindacati Cisl, Uil e Cgil che regola la rappresentanza sindacale e l’efficacia della contrattazione; e si è attivato per la modifica, nella manovra finanziaria bis, dell’art. 8 che compromette l’intesa faticosamente raggiunta tra le forze sindacali. All’inizio di agosto alla Camera è stato approvato il relativo bilancio con i tagli ai costi della politica e i risparmi proposti dal Pd. Tra questi la trasformazione dei vitalizi dei parlamentari in un normale trattamento pensionistico e il contributo straordinario per i trattamenti più alti già in corso.
In seguito è arrivata la proposta di una contromanovra in sette punti (tra i quali l’istituzione della “patrimoniale”), affinché siano chiamati a pagare quelli che non pagano mai. Comunque, per senso di responsabilità verso il Paese, il Pd pur votando contro, non ha ostacolato l’approvazione delle recenti manovre finanziarie per poter stabilizzare i titoli di stato sui mercati finanziari. Sono ora necessari seri interventi a favore della ripresa.
Dopo la netta vittoria popolare degli ultimi referendum la voglia di cambiamento si è manifestata con la raccolta firme per l’abrogazione di alcune parti dell’attuale legge elettorale (definita “porcellum” dallo stesso Calderoli), per ripristinare la possibilità di esprimere preferenze sui candidati in lista, attualmente scelti dalle segreterie dei partiti. Il Pd, già alla sua nascita si è dotato delle “primarie” per la scelta dei propri candidati ai vari livelli.
E il 30 settembre sono state depositate circa un milione e duecentomila firme, anche il nostro circolo Pd si è attivato.
Ma non illudiamoci, nessuno può risolvere i problemi in maniera indolore. E le divisioni della politica a livello governativo, sono purtroppo, un po’ lo specchio dei nostri atteggiamenti spesso individualisti, e del Paese con i propri particolarismi da difendere.
Può essere opportuno, per questo, fare riferimento al discorso del cardinal Bagnasco riguardo alla necessità di “purificare l’aria” (vedi trafiletto a parte).
E’ tempo di rinunce e sacrifici, che non si possono ulteriormente rinviare. E’ giusto battersi pacificamente (non con la guerriglia urbana) perché siano equamente distribuiti; ma non ci si deve sottrarre per la parte di propria competenza.
Invito i giovani a interessarsi, informarsi e attivarsi; non lasciate che altri - mentre vi distraggano in cose futili - prendono decisioni in cui non vengono considerate le vostre giuste aspirazioni.
Non lasciatevi escludere e chiedete diritti (che vanno sempre accostati ai doveri) più equilibrati di quelli attuali. Ci sono categorie di persone super tutelate e molte altre, purtroppo, prive delle minime tutele. Mettetevi dunque in campo personalmente per essere protagonisti del vostro futuro e del bene comune, e non vittime di decisioni inique calate dall’alto.
E’ un invito e un augurio.
Giovanni Longhini, Bracca, 17/10/11

Le nostre idee per la Valserina


Le nostre idee per la Valserina
Uniamoci per preservare la nostra autonomia


 a cura di andrea Tiraboschi


Come sicuramente saprete, con le recenti manovre finanziarie ci sono state parecchie novità che impattano con forza sui nostri comuni, in particolare sui paesi con meno di 1000 abitanti. Ovvero tutti tranne Serina e Oltre il Colle, seppur quest’ultimo paese di soli 62 unità. Nel 2010 difatti Dossena conta 966 abitanti , Costa Serina 980, Bracca 767, Algua 726 e Cornalba 310.
Le principali novità sono:
ü  Obbligo di esercizio associato per tutti i servizi e le funzioni amministrative per tutti i comuni al di sotto  dei 1000 abitanti;
ü  Possibilità di aderire a un’Unione dei comuni per tali comuni per conferirle le PRINCIPALI funzioni (quindi non tutte);
ü  Obbligo entro 3 anni dell’esercizio associato di tutte le funzioni amministrative per i comuni al di sotto dei 5000 abitanti: amministrazione; gestione e controllo; funzioni di polizia locale; istruzione; funzioni nel campo della viabilità e dei trasporti; gestione del territorio e dell’ambiente;
ü  Eliminazione della giunta per i comuni al di sotto dei 1000 abitanti;
ü  Riduzione da 9 a 6 consiglieri per tutti i comuni, quindi 4 di maggioranza e 2 di minoranza più il sindaco.
ü  Applicazione del patto di stabilità per i comuni fino a 1000 abitanti.

Il caso Penati: fatti e dati (pagina 5)


Il caso Penati: fatti e dati


Cosa viene contestato: due imprenditori, Pasini e Di Caterina, di cui il primo candidato a sindaco a Sesto San Giovanni per il centrodestra, contestano a Penati di aver chiesto e ottenuto delle tangenti per la lottizzazione dell’ex area Falk. Le vicende di cui accusano Penati risalgono a 10 anni fa eppure solo ora hanno deciso di ricorrere alla magistratura. Inoltre Penati è indagato per la vicenda Serravalle in quanto ex presidente della provincia di Milano. In sintesi Penati è accusato di corruzione attualmente.


Cosa sta succedendo: i giornali finora hanno riportato solo i verbali degli interrogatori di coloro che nell’ipotesi sono i “corruttori” e gli accusatori, ovvero Pasini e Di Caterina. C’è stata solo la decisione del gip che ha fatto cadere le accuse di concussione e finanziamento illecito, ha ritenuto di non procedere all’arresto preventivo in quanto il reato di corruzione per cui si indaga sarebbe già prescritto. Per ora non c’è stato alcun RINVIO A GIUDIZIO né una formulazione finale dei risultati delle indagini. Si è ancora in piena fase investigativa.


Cosa ha fatto il PD: il Pd ha sospeso Penati dal partito derubricandolo anche dal registro degli elettori. Inoltre Penati si è dimesso da vicepresidente del consiglio della regione Lombardia e ha lasciato il gruppo del PD autosospendendosi. Il Pd ha più volte dichiarato di essere garantista e di aspettare quindi l’esito delle indagini che devono procedere speditamente per potere dare un giudizio complessivo, memori anche delle vicende di Del Turco, ex presidente regione Abruzzo, e del sindaco di Pescara, i quali accusati di tangenti, furono arrestati, fatti dimettere dallo stesso partito per poi rivelarsi completamente innocenti e vittime di accuse infamanti. Allo stesso tempo il partito ha però ritenuto a contrario di altri, come il PDL, che un suo membro non potesse esercitare alcun potere pubblico fin quando non sarà chiarata la sua posizione rispetto a situazioni gravi. E’ un atteggiamento molto differente rispetto ai casi Milanese, Papa, Bisignani, ecc. e marca la nostra differenza politica.




Cosa ha dichiarato Penati: Riprendiamo quanto da lui dichiarato nella lettera al partito del 30 agosto 2011. “Sono completamente estraneo ai fatti che mi vengono contestati. L’ho già ripetuto tante volte ma anche oggi voglio ripartire da qui. Non ho avuto in passato, e non ho oggi, conti all’estero o tesori nascosti. Non ho preso denaro da imprenditori e non sono mai stato il tramite dei finanziamenti illegali ai partiti a cui sono stato iscritto. (..) Di fronte allo sviluppo che tale indagine ha avuto ho deciso di separare in modo netto la mia vicenda personale da quella del Partito democratico, autosospendendomi, per non creare imbarazzi e problemi e per poter meglio difendermi, sereno e convinto come sono che riuscirò a dimostrare la mia estraneità ai fatti che mi vengono contestati. Chi mi conosce sa che non sono il tipo che si accontenta di scorciatoie o espedienti. Nello stesso tempo, chiedo alla politica di essere garante anche nei miei confronti del diritto che ha ogni cittadino di poter svolgere una difesa efficace e di non subire, soprattutto nella fase iniziale dell’indagine, pressioni politiche o non politiche di alcun genere. Intendo ristabilire il mio onore e intendo farlo non certo evitando il processo ma bensì rispettando le regole all’interno del contesto processuale, fiducioso che il corso della giustizia arriverà a ristabilire la verità. A tutti voglio ribadire che non accetterò, in nessun modo, un esito che lasci dubbi e zone oscure e a tutti voglio garantire che farò quanto necessario perché ciò non avvenga. Questo è un impegno che ho preso con me stesso e che devo a tutti coloro che in questi anni hanno guardato a me con fiducia.” Filippo Penati.


Chiamparino: Riportiamo un pezzo di editoriale a cura di Sergio Chiamparino che ci sentiamo di condividere: “Numerosi osservatori e protagonisti della vita politica hanno tratto spunto dal caso Filippo Penati per indicare, al di là degli aspetti giudiziari, il bisogno di innovazione nella politica e nella vita interna del Partito democratico (Pd), in particolare per quanto riguarda la formazione dei gruppi dirigenti .
In questa discussione, invece, a me sembra difficile prescindere dagli esiti di una prima fase giudiziaria. Non è irrilevante, infatti, ai fini politici - escludendo la possibilità che tutto si riveli una clamorosa montatura o un altrettanto clamoroso abbaglio - il fatto che emergano illeciti mirati all'arricchimento personale, a finanziare alcune componenti del partito o il partito con la 'P' maiuscola .
Per quel che ho conosciuto Penati, non riesco a immaginarlo nei panni di chi usa la politica per farsi i fatti suoi. Ma, al di là di questo, a me pare evidente che le altre due possibilità delineerebbero situazioni completamente diverse dal punto di vista politico.
Una degenerazione da correntismo in un caso, non dissimile da quella che portò all'implosione dei principali partiti della prima Repubblica, da partito centralista e ideologico nell'altro, che ci riporterebbe addirittura ai tempi del partito 'altro' dal sistema politico democratico. Sempre degenerazioni, ovviamente, ma da affrontare con terapie politiche per certi aspetti addirittura opposte. Ma su temi tanto delicati e rilevanti non ha senso una discussione tutta in via preventiva.

La provincia di Bergamo; agenda 2011 (pagina 4)



8 proposte per cambiare


Il gruppo consigliare del Partito democratico ha presentato un documento e un relativo ordine del giorno finalizzato a promuovere e sostenere politiche di sviluppo per la provincia bergamasca. Lo abbiamo denominato “Agenda 2012 per lo sviluppo e la coesione del territorio bergamasco”.
Si tratta di un’agenda di impegni e priorità che proponiamo non solo al Consiglio provinciale, ma anche e soprattutto alle forze sociali, economiche, politiche e, più in generale, alle organizzazioni della società civile bergamasca, convinti che è ora e tempo di “darsi una mossa” nell’affrontare la crisi economica.
Il giudizio sulla giunta Pirovano è molto negativo, non tanto per la scarsa qualità di quello che si è fatto, quanto piuttosto perché non si fa. Non è stata posta nessuna idea centrale in questi 2 anni e mezzo di governo su cui coinvolgere e aggregare le risorse e gli attori della vita bergamasca. Il risultato è un’istituzione che tenta di barcamenarsi nell’ordinario, con molte boutade, senza fare alcunché di concreto per la vita del territorio. Manca progettualità, idee, chiarezza delle proposte. Se si escludono alcuni interventi come anche la variante di Zogno, il bilancio rasenta davvero il livello dell’ordinarietà.


Le nostre proposte.
1. Predisporre, entro 6 mesi, uno schema direttore di Piano d’Area per il territorio della bassa bergamasca interessato dalla realizzazione della Brebemi, con proposte per lo sviluppo ordinato delle aree produttive nel rispetto del suolo agricolo, per la realizzazione delle infrastrutture intermodali previste e per il rilancio e la riprogettazione dell’agricoltura stessa.
2. Individuare, entro 3 mesi, con consultazione delle associazioni di categoria, le aree provinciali ove la concentrazione di aziende artigianali ed industriali permette di promuovere politiche di potenziamento della infrastrutturazione tecnologica, condivisione e potenziamento dei servizi all’impresa, incremento dei servizi di formazione, sostegno alla qualificazione ambientale delle attività, con l’obiettivo di promuovere specifici parchi produttivi di interesse provinciale orientati alla qualità del sistema manifatturiero ed alla promozione della nuova imprenditoria.
3. Coordinare e promuovere l’implementazione di Patti territoriali di sussidiarietà”, capaci di mettere in relazione i diversi soggetti locali (Comuni, cooperazione sociale, associazione di categoria, professionisti, promotori di gruppi di acquisto e di reti di economie solidale, associazioni di volontariato) per la realizzazione di un nuovo welfare comunitario. A questo proposito riteniamo utile la realizzazione di percorsi formativi condivisi dalle figure degli enti locali, del non profit e delle associazioni di categoria ai quali compete la progettazione dei servizi sul territorio.
4. Predisporre, entro tre mesi, una verifica di fattibilità del potenziamento del servizio di  mobility management provinciale con la finalità della realizzazione di una rete provinciale di coordinamento dell’offerta di servizi di trasporto  privato, es. car pooling, indirizzato prevalentemente alle principali direttrici di traffico pendolari e studenti, capace di produrre risparmi agli utenti, ripagare con il servizio all’ente i costi del coordinamento e generare complessivamente economia dei consumi di trasporto.
5. Promuovere, in attuazione del Covenant of Major, accordi quadro con istituti di credito per facilitare l’attuazione dei SEAP comunali, orientando altresì la redazione delle linee guida per il dimensionamento e l’individuazione degli sviluppo insediativi, in corso di redazione in attuazione del PTCP, alla rapida selezione di buone pratiche connesse al tema del rinnovo del patrimonio immobiliare da proporre alle amministrazioni comunali sottoscrittrici del “Patto dei Sindaci”.
6. Promuovere la ricerca di partner privati e pubblici per coadiuvare la formazione di uno o più fondo di investimento di secondo livello, per l’accesso ai finanziamenti del Fondo Investimenti per l’Abitare (Fia), per la realizzazione di interventi di housing sociale sul territorio provinciale.
7. Predisporre, entro sei mesi, uno studio di fattibilità sul collegamento, come trasporto pubblico su guida vincolata o a percorso preferenziale coordinato, aeroporto il Caravaggio - stazione di Bergamo, affinché, in attesa dell’importante, ma complessa e costosa, opera ferroviaria oggi in fase di studio, si verifichi la possibilità di opere intermedie, di minor costo e di maggiore rapidità
8. promuovere iniziative di confronto con le amministrazioni comunali, in particolar modo con le più piccole e con quelle localizzate nei territori ad accessibilità svantaggiata .

La seconda pagina


E' uscito il nuovo giornalino del Pd della Valserina, IV edizione

Sommario:

LA NOSTRA IDEA E LA LORO IDEA D'ITALIA
QUALI ALLEANZE, QUALE PROGRAMMA, QUALE CANDIDATO a cura di Andrea Tiraboschi
LA PROVINCIA DI BERGAMO; AGENDA 2011, 8 PROPOSTE PER CAMBIARE
IL CASO PENATI: FATTI E DATI
LE NOSTRE IDEE PER LA VALSERINA, Uniamoci per preservare la nostra autonomia. A cura di Andrea Tiraboschi
UNITA' NAZIONALE E NUOVO IMPEGNO DEI GIOVANI a cura di Giovanni Longhini
L'ANGOLO DEL CIRCOLO a cura di Gianantonio Cortinovis

Ed ecco la prima pagina:

Prossimamente pubblicheremo se non le pagine almeno gli articoli.

Il governo salvo per un voto

La fiducia passa con 316 sì, uno in più rispetto alla maggioranza richiesta. Bersani: "Questo governo morirà di fiducia. Oggi ha avuto un voto al ribasso. L’opposizione ha dimostrato di non accettare giochi di sopravvivenza sulla pelle del Paese. Noi continueremo la nostra battaglia sia con la manifestazione nazionale a Roma del 5 novembre, sia con la costruzione di un’alternativa che in questi giorni si è evidentemente rafforzata". Le Opposizioni non hanno partecipato alla prima chiama in Aula tranne i 5 deputati radicali.

Camera senza opposizione.jpg
E' un Sì stiracchiato quello che è passato nel voto alla Camera sulla 53esima fiducia posta dal governo. Dopo la bocciatura di martedì scorso sull' Articolo 1 del Rendiconto generale del bilancio dello Stato, questa volta i voti favorevoli sono stati 316 e i voti contrari 301. IL governo continua a perdere colpi dopo le defezioni tra i "responsabili" e gli "scajoliani".

"Questo governo morirà di fiducia. Oggi ha avuto un voto al ribasso. L’opposizione ha dimostrato di non accettare giochi di sopravvivenza sulla pelle del Paese. Da domani il problema politico risulterà ancora più evidente. Noi continueremo la nostra battaglia, come abbiamo fatto in modo incisivo in questi giorni, sia con la manifestazione nazionale a Roma del 5 novembre, sia con la costruzione di un’alternativa che in questi giorni si è evidentemente rafforzata". Questo è stato il primo commento di Pier Luigi Bersani, segretario del PD dopo il voto alla Camera.

Legge elettorale: la proposta del PD

Nuove norme per le elezioni della Camera dei Deputati e del Senato.

Sintesi e testo integrale della proposta di Legge presentata dal Gruppo PD a Montecitorio


Riforma elettoraleIl rilancio del ruolo dei partiti in un’ottica di legittimazione delle coalizioni e di stabilità dell’azione di governo (e di quella di opposizione) non deve condurre ad accettare un sistema elettorale come quello attuale, che riduce il voto ad un plebiscito sul Presidente del Consiglio: le esperienze democratiche più avanzate in Europa dimostrano che esistono strumenti e tecniche per coniugare la democrazia dei partiti con la legittimazione e la stabilità dei governi e con il controllo democratico degli elettori sui candidati di partito. 
E’ in questa prospettiva che va presa in esame l’ipotesi di democratizzare il sistema elettorale riprendendo il collegio uninominale come modello preferibile – in particolare nei confronti delle preferenze, che nel contesto partitico attuale rischiano di produrre il doppio effetto negativo di scatenare la competizione intrapartitica e far lievitare i costi (nascosti, dunque intrinsecamente illeciti) della politica – al fine di restituire il potere di scelta agli elettori. 
Il collegio uninominale è infatti il luogo nel quale il partito assume il volto concreto di un candidato, che diventa la “faccia” della coalizione e del programma in uno specifico contesto. 
Un sistema elettorale basato solo su collegi uninominali maggioritari, se presenta il vantaggio della semplificazione del rapporto fra gli elettori ed il deputato del loro territorio, presenta tuttavia alcuni svantaggi, i principali dei quali sono l’effetto distorsivo complessivo che esso produce riguardo alla configurazione della rappresentanza e la eccessiva localizzazione della medesima. 
Occorre allora combinare le candidature di collegio con quelle di partito. 

Intervento di Franceschini alla camera sulla bocciatura del rendiconto dello stato


I volantini del 5 novembre


ricostruzione  5 novembre

Volantino 5 novembre

manifestazione nazionale 5 novembre: "In nome del popolo italiano". Per un'altra politica, per un altro governo, per un'altra italia


Bersani: "Il 5 novembre in piazza in nome del popolo italiano"

"Noi andiamo a Roma: non siamo semplicemente l'opposizione, vogliamo interpretare la riscossa per la ricostruzione di questo Paese", così il leader PD a Cortona aprendo la Scuola di Formazione del PD
pubblicato il 22 settembre 2011 , 4477 letture
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“Le risposte che il presente ci chiede non possono essere solo di superficie ma devono segnare questa epoca. Cerchiamo di dare insieme contenuti di profondità perché le prospettive del tema d'epoca che la crisi ci pone non sono ancora chiare”. Così il segretario Pier Luigi Bersani ha introdotto la sua relazione alla Scuola di Formazione del PD dal titolo “Democrazia e crescita”.

Per il leader democratico “la domanda di fondo da porci è se e come una democrazia rappresentativa possa indirizzare i processi di crescita nell'epoca della globalizzazione galoppante”. C'è una difficoltà per la politica nel controllo dei fenomeni, qualcosa che si ripresenta da tanto tempo e che la politica non è all'altezza di comprendere.

“La crisi economica – ha continuato Bersani - è frutto delle risposte sbagliate date dalla politica. Questo meccanismo è stato estremizzato dalla finanza con la costruzione di un enorme castello di carta. La panna dei guadagni è arrivata a proporzioni cosmiche, sorretta dall'idea che la macchina fosse perfetta e che non dovesse tener conto di nulla. Tanta gente ci ha guadagnato e ancora ci guadagna. Quindi con l'esplosione della bolla è scoppiata la crisi e il conseguente trasferimento del debito privato su quello pubblico. Oggi non c'è una governance attrezzata a dire alla finanza vuoi pagare un pezzo di quello che hai prodotto, senza scaricare tutto quel debito sul welfare e occupazione? E di esempi in cui sarebbe necessaria una governance ce sono tanti, a partire dalle politiche per l'ambiente, sui fenomeni di migrazione. La percezione delle potenzialità della democrazia è al ribasso”.



Agenda 2012 per lo sviluppo e la coesione del territorio bergamasco”. le proposte del PD di bergamo per la provincia


La proposta di “Agenda 2012 per lo sviluppo e la coesione del territorio bergamasco” è la risposta che vogliamo dare alle sollecitazioni che le diverse realtà territoriali impegnate contro la crisi pongono alle forze politiche, chiedendo una “visione strategica” per orientare le scelte del territorio. In questo senso dobbiamo purtroppo evidenziare l’inadeguatezza della Giunta Pirovano. Non solo per una mancanza di risorse, che invece il doppio ruolo del Presidente avrebbe dovuto garantire. Mancano idee e progetti, che non comportano grandi costi immediati, ma richiedono quella capacità politica che finora non si è vista: nessuna idea forte attorno alla quale chiamare a raccolta le forze migliori della comunità bergamasca. La gravità della crisi economica pone chiaramente la necessità sia di individuare nuovi scenari di produzione del valore rispetto agli orientamenti consolidati, sia di saper qualificare i sistemi economici principali, ad iniziare dal manifatturiero e dall’edilizio. La nostra Provincia, se fosse capace di orientare e coordinare il sistema degli attori istituzionali ed economici fornendo possibili indirizzi strategici di sviluppo e di collaborazione, potrebbe, su ciò, svolgere un ruolo importante.
Per la bassa, cuore dei prossimi cambiamenti, riteniamo che occorra con urgenza predisporre uno schema direttore di Piano d’Area per il territorio interessato dalla realizzazione della Brebemi, con indicazioni di scenario per le trasformazioni territoriali connesse all’opera: proposte per lo sviluppo ordinato delle aree produttive nel rispetto del suolo agricolo, attenzione alle ricadute economiche per i settori strategici verso cui riorientare l’agricoltura in relazione alla nuova Politica Agricola Comunitaria, individuazione dei progetti strategici di sostegno e rilancio dei territori anche in connessione alle opere di mitigazione previste.
Per il settore manifatturiero occorre individuare le principali agglomerazioni artigianali ed industriali dove promuovere politiche d’area per la loro valorizzazione basate sul potenziamento dell’infrastrutturazione tecnologica, sul recupero delle aree dismesse, sulla condivisione e il potenziamento dei servizi all’impresa, sull’incremento dei servizi di formazione, sul sostegno alla qualificazione ambientale ed ai possibili finanziamenti comunitari, con l’obiettivo di promuovere specifici parchi produttivi orientati alla qualità del sistema manifatturiero ed alla promozione della nuova imprenditoria.
Sul versante della coesione proponiamo la promozione di “Patti territoriali di sussidiarietà”, capaci di mettere in relazione i diversi soggetti locali (Comuni, realtà profit e non profit, professionisti, promotori di gas e reti sociali) per la realizzazione di un nuovo welfare comunitario che superi la sola logica dei bandi e dei voucher poiché oggi, più che l’acquisto di prestazioni, occorre creare legami e responsabilità condivise. In questa direzione riteniamo indispensabili percorsi formativi condivisi tra soggetti erogatori di servizi diversi (funzionari di enti locali, associazioni di categoria, cooperative), nonché ad un accordo tra Provincia e Università di Bergamo per la valorizzazione di figure professionali dedicate. Tali politiche sono anche il momento di promozione di iniziative di supporto alla gestione associata dei servizi più complessi e costosi nei Comuni minori, in particolare quelli montani, nell’ottica di una maggiore qualità dei servizi al cittadino.
Sul versante della mobilità proponiamo un Piano provinciale ad hoc che, attraverso il potenziamento del servizio di mobility management, possa realizzare una rete provinciale di coordinamento dell’offerta di servizi di trasporto privato, es. car pooling, capace di produrre risparmi agli utenti, ripagare con il servizio all’ente i costi del coordinamento e generare complessivamente economia dei consumi di trasporto, anche a beneficio della popolazione pendolare oggi particolarmente vessata.
Rispetto ai temi dell’edilizia e della sostenibilità occorre con urgenza promuovere accordi quadro con istituti di credito per facilitare l’attuazione dei Piani comunali d’azione per l’energia sostenibile (SEAP), in particolare per quanto concerne gli interventi di manutenzione e/o ristrutturazione di immobili privati energeticamente obsoleti, orientando a ciò anche la redazione delle linee guida in corso di redazione in attuazione del Piano territoriale di coordinamento provinciale (PTCP). Allo stesso modo crediamo si debba procedere nella ricerca di partner privati e pubblici per coadiuvare la formazione di uno o più fondi di investimento di secondo livello per l’accesso ai finanziamenti del Fondo Investimenti per l’Abitare, in attuazione del Piano nazionale di edilizia abitativa, definito dal Dpcm 16 luglio 2009, per facilitare la realizzazione di interventi di housing sociale sul territorio provinciale.
Infine, con l’obiettivo di realizzare quanto prima una reale interazione tra sistema commerciale del centro cittadino ed aeroporto, riteniamo si debba promuovere subito, in attesa dell’importante realizzazione del raccordo ferroviario, una forte innovazione e potenziamento del trasporto pubblico oggi esistente, cogliendo così presto anche le possibili inferenze positive dell’opera sul progetto di trasformazione urbana Porta Sud, che la Provincia deve impegnarsi a rilanciare.
I consiglieri provinciali Pd: Franco Cornolti, Serafino Carissimi, Matteo Rossi, Mirosa Servidati, Filippo Simonetti, Alberto Vergalli.