Bersani: "Serve una manovra equa e poco recessiva"


«Il Pd sarebbe l'unico partito a poter tirare per la giacca Monti perché siamo i soli che dicono da tre anni che il Paese va incontro a guai seri. Tanti di coloro che adesso si agitano negli anni in cui si dormiva non hanno suonato la sveglia». 


Intervista a Pier Luigi Bersani di Fabrizio Nicotra - Il Messaggero


Pier Luigi Bersani - 1000 piazze per l'alternativa  Pier Luigi Bersani - 1000 piazze per l'alternativa
Parigi incalza il governo Monti sulla manovra e nello stesso tempo lancia un patto Francia-Germania-Italia per rafforzare la disciplina di bilancio. Pier Luigi Bersani, segretario del Pd, si va verso un'Europa a due velocità?

«Se si parla di modificare i trattati per rendere più coerente il patto a 17 (i Paesi della zona euro), va bene. Tuttavia, intanto che si prepara una riforma dei trattati noi rischiamo la pelle. Stiamo vivendo una contraddizione micidiale: mentre discutiamo giustamente di una necessaria disciplina dei bilanci dei singoli Paesi, noi non abbiamo una garanzia collettiva a tutela dell'euro. Questo è il punto irrisolto. Deve essere affrontato con assoluta urgenza, lavorando (anche dentro gli statuti attuali) per un ruolo della Banca centrale europea triangolato o con il Fondo monetario. soluzione non gradevolissima, o con la trasformazione del Fondo Salva Stati in una banca. Ma quale che sia la tecnica, se stiamo solo alla disciplina di bilancio rischiamo di arrivarci morti».

C'era una volta il Nord Viaggio in quel che resta della Silicon Valley italiana


C'era una volta il produttivo nord, quello che da solo trainava l'economia del  Paese. In Brianza nasceva il distretto tecnologico che doveva portare l'Italia  all'avanguardia nel settore dell'high tech: della Silicon Valley nostrana oggi non resta che una valle di cassintegrati.Siamo entrati nelle aziende in crisi della provincia milanese: la Banes, ex Ibm, che dopo svariati spacchettamenti resta una scatola  vuota con uno stato di crisi che da anni grava sulle spalle dei lavoratori in  cassa integrazione, la Jabil, ex Nokia, che minaccia di lasciare senza lavoro  325 dipendenti pur essendo un'azienda sana e la Ims che produce cd e dvd per  alcuni dei maggiori cantautori italiani , che al presidio permanente  della "fabbrica dei dischi" sono venuti a portare solidarietà. E poi c'è la  realtà milanese, dove la crisi s'è fatta sentire sulle piccolissime imprese e anche, a dispetto di quanto sostiene l'ex premier, sui ristoranti: sono in  molti a non sopravvivere alla fase di start up.

Al via gli Stati generali della Cultura.


L’Italia torni ad essere fabbrica di cultura

Il Partito Democratico terrà a Roma nelle giornate del 3 e 4 dicembre gli ‘Stati generali della Cultura’. Un’occasione importante di confronto e scambio con il mondo vasto della cultura italiana nelle sue molteplici figure.

libri
Il Partito Democratico è impegnato in queste settimane nella costruzione di una proposta di governo che metta il paese nelle condizioni di risollevarsi e di lasciarsi alle spalle la spirale del declino in cui il populismo demagogico e fallimentare delle destre lo ha precipitato in questi anni.

Chi nasce e cresce in Italia è italiano



Da Napolitano appello per i 'nuovi cittadini italiani': "Senza il loro contributo, anche il fardello del debito pubblico sarebbe più difficile da sostenere. E' una follia che i bambini nati da noi non siano cittadini italiani". Turco: “Ora legge per la cittadinanza. Prosegue la raccolta firme PD"

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"Sono convinto che i bambini e i ragazzi venuti con l'immigrazione facciano parte integrante dell'Italia di oggi e di domani, e rappresentino una grande fonte di speranza”. Lo ha detto il PresidenteGiorgio Napolitano in occasione dell'incontro con i nuovi cittadini italiani celebrato al Quirinale nell'ambito del 150° anniversario dell'Unità d'Italia. “Si tratta di una presenza che concorre ad alimentare quell'energia vitale di cui oggi l'Italia ha estremo bisogno".

PD dato al 33% in questo sondaggio condotto dal CISE, centro interuniversitario fra l'università di firenze e la LUISS




Ecco il link completo : http://cise.luiss.it/cise/2011/11/27/le-intenzioni-di-voto/

Granditalia, la conferenza nazionale del PD sulle PMI

BERSANI, segretario nazionale PD


IVAN MALAVASI, segretario nazionale CNA



DARIO DI VICO, giornalista corriere



SABRINA VESCOVI, artigiana

Il PD nell'atlante di repubblica è al 29,4%.


Il PD nell'atlante politico di repubblica oggi è dato al 29,4%. Bersani compare come primo esponente politico per fiducia al 48%

Gli ultimi della classifica, ça va sans dire, sono Bossi e Berlusconi. Questo è il risultato dell'ottima gestione della crisi e della serietà del gruppo dirigente che guida ad oggi il partito. 

Grazie. 

E ora avanti, perché ci sono ancora molte sfide da affrontare. 

GOVERNO MONTI, SPREAD E GOVERNO DI RESPONSABILITA’ NAZIONALE



Cari Valserinesi,
siamo stati costretti ad integrare il giornalino di ottobre 2011 con questa pagina, poiché nell’arco di una settimana e poco più, l’intero panorama politico è mutato profondamente.
Lo schema bipolare nato nel 1994, Berlusconi da una parte con la Lega e il centrosinistra dall’altra, è saltato e non si sa bene da cosa verrà sostituito. E’ probabile che nei prossimi mesi ci sarà una ridefinizione dei partiti, dell’offerta politica e ritengo possibile anche lo sciogliersi e il formarsi di nuove alleanze all’interno dei vari schieramenti. L’auspicio che mi sento di interpretare a nome di tutti noi, è che si proceda verso un RICAMBIO assolutamente necessario della classe politica  italiana che ha condotto la partita finora, non per motivi anagrafici, ma a causa del suo fallimento politico nel governarci, pur nella diversità delle responsabilità.
LA NECESSITA’ DI UN GOVERNO DI “RESPONSABILITA’ NAZIONALE”. Mercoledì 16 novembre nasce il governo Monti. Esso è stato reso necessario dall’azione confusa e inconcludente del centrodestra. I numerosi tagli non accompagnati dalla crescita, l’assoluta scarsa credibilità di Berlusconi, sia all’interno del paese che all’estero, la stagnante azione riformatrice e le scelte sbagliate in politica economica-industriale, stavano per portarci al collasso. La crisi tuttavia non deriva solo dall’azione del governo, stiamo navigando difatti a vista in un mare in tempesta a livello internazionale. Ciò nonostante, il governo ci ha messo del suo e difatti fino ad agosto la crisi era prettamente di natura economica, di depressione dell’economia reale. Solo  in mezzo all’estate iniziano le turbolenze a livello finanziario sul nostro debito e il famigerato spread comincia a salire. In realtà le cose sono collegate. Per capirci, poniamo il caso di avere in tasca alcune azioni di un’azienda. L’azienda  nell’ultimo anno e mezzo opera scelte sbagliate, i loro direttori litigano fra di loro solo per mantenere le proprie rendite di posizione e il direttore generale se la spassa fra festini, ragazze avvenenti e fa battute a incontri internazionali con altri operatori del settore. Probabilmente penseremmo di vendere le azioni, poiché crediamo che se l’azienda continua a comportarsi in questo modo fallirà. Ebbene, è esattamente quello che è successo ai nostri titoli di debito, Btp,  che sono arrivati addirittura a segnare un differenziale di rendimento con i corrispettivi tedeschi di 590 punti circa e un 7% di interesse. Quindi il problema è duplice:  da una parte non era credibile il nostro direttore generale, dall’altra le nostre scelte hanno creato incertezza e scetticismo rispetto la solidità della nostra economia. Quindi ora si richiede capacità di affrontare questioni spinose ormai da troppo tempo accantonate e serietà, accompagnata alla credibilità, dei nostri governanti. Insomma, è finito il tempo delle barzellette. Per poter ridare fiducia ai mercati e far sì che gli investitori ricomincino a comprare i nostri titoli, che ad oggi purtroppo sono considerati rischiosi, dovremo dare una forte prova di responsabilità e di generosità. Non a caso Bersani ha commentato l’azione del Pd così: “Avrei potuto chiedere di andare ad elezioni con i sondaggi che ci danno in testa, ma avrei governato su un cumulo di macerie”. Non c’è alternativa pertanto alla scelta che stiamo per percorrere del governo di responsabilità nazionale.
Si dirà tuttavia che lo spread cresce e che la crisi del debito sovrano si allarga anche ad altri paesi europei. E’ vero, proprio perché è una crisi internazionale e non solo europea. Un nostro fallimento, come quello della Grecia, porterebbe al fallimento  altri stati e a catena l’Europa, gli Stati Uniti, le cui banche posseggono molti titoli europei, e la Cina, la quale è la più grande creditrice degli USA.
La soluzione però è una sola ed è quella di dare alla BCE nuovi poteri per poter operare sui mercati e aiutare i paesi in difficoltà. Solo con la garanzia della BCE gli investitori potrebbero riprendere a comprare i titoli di stato e quindi far cessare la crisi. Chi non vuole fare questa operazione sono i tedeschi, i quali ritengono che Spagna, Italia e Grecia abbiano sperperato a torto o a ragione molte risorse mentre loro hanno fatto le formiche. Se il governo Monti saprà smuovere con autorevolezza i tedeschi, scambiando l’operazione sulla BCE con nostre serie riforme, allora se ne verrà fuori. Altrimenti l’altro scenario sarà di una crisi simile a quella del 2008 moltiplicata per 10. Sarebbe una catastrofe, ma non per le banche, per tutti noi. Ecco perché non possiamo permetterci di sbagliare. 

Un patto per la ricostruzione dell'Italia


Un patto per la ricostruzione dell'Italia

Conferenza nazionale per il lavoro autonomo e la micro e piccola impresa. Monza 26 Novembre 2011 Vai allo speciale

Siamo in una fase di straordinari cambiamenti. Il termine “crisi” è sempre meno utile a fotografare il passaggio in corso. Siamo, in realtà, in una “grande transizione” articolata lungo quattro fondamentali assi: geo-economico e geo-politico; demografico; economico e sociale; ambientale.
Impresa


Navighiamo in mare aperto, ma la rotta è incerta ed il timone della politica inadeguato. 
Per ricostruire l’Italia, come in tutti i momenti alti della nostra storia repubblicana, le forze migliori del Paese devono cooperare. La ricostruzione richiede un patto tra soggetti della politica e le rappresentanze delle imprese e del lavoro, secondo i principi di sussidiarietà costituzionale. Il “compromesso al ribasso” degli ultimi decenni tra imprese e politica non è più sostenibile: il “fai da te amorale” previsto per le imprese non può più compensare l’inerzia della politica. Non c’è dubbio: le responsabilità sono, innanzitutto e soprattutto, della politica. La lunga stagione del populismo senza riforme va chiusa. La metrica della politica deve diventare europea: partiti democratici e trasparenti, regolati dalla legge, grandi istituzioni dedicate all’interesse comune. Legge elettorale in grado di garantire ai cittadini il diritto di scelta dei rappresentanti parlamentari. Così, superate le degenerazioni personalistiche ed autoreferenziali, la politica può trovare la forza culturale, morale ed organizzativa per mettersi al servizio della ricostruzione dell’Italia. Nel patto per la ricostruzione dell’Italia, il PD si impegna su un ventaglio di politiche e di riforme. 

Oltre alle misure specifiche per il lavoro autonomo e la micro e piccola impresa descritte di seguito, interventi orizzontali: ristrutturazione profonda delle pubbliche amministrazioni, in particolare della giustizia civile; riorganizzazione del welfare; riscrittura dell’assetto fiscale, federalismo incluso, per premiare i produttori; investimenti pubblici e privati nelle infrastrutture, politiche industriali e sostegno all'innovazione, alla ricerca, alla scuola e all'università, alla formazione permanente; politiche per le energie rinnovabili e l’abbattimento dei costi dell’energia; liberalizzazione dei mercati dei servizi alle persone e alle imprese; riforme della rappresentanza politica, economica e sociale e delle istituzioni democratiche e, non ultimo in termini di rilevanza, innalzamento del capitale sociale, della legalità e del civismo. 

Compiti impegnativi investono anche le associazioni di rappresentanza e le imprese:
 per patrimonializzare le aziende ed investire nell’innovazione e nella qualità del lavoro; per mettere in rete funzioni a monte e a valle dei processi produttivi e così superare gli handicap della dimensione e valorizzarne fino in fondo i vantaggi di flessibilità e rapidità di adattamento alle variazioni dei mercati; per contribuire a rafforzare il capitale sociale e sanzionare i comportamenti devianti, in particolare le attività “in nero” e l’offensiva della criminalità organizzata verso tante imprese in difficoltà finanziarie. Un punto è fuori discussione: la ricostruzione dell’Italia è impossibile senza liberare le potenzialità del lavoro autonomo e delle micro e piccole imprese. È il dato culturale e politico, oltre che economico, dal quale vogliamo partire.

Allora, dedichiamo la nostra Conferenza al lavoro autonomo ed alla micro e piccola impresa perché quasi nulla accomuna una impresa con due dipendenti e un’impresa con 200 dipendenti. La loro organizzazione, i loro mercati , i loro problemi sono così diversi da rendere inapplicabili alle prime le soluzioni pensate per le seconde e viceversa. 

L’obiettivo della Conferenza è definire un ventaglio di proposte per sostenere l’avventura imprenditoriale dei “piccoli”.

Leggi il documento completo con le proposte elabotate dal Pd, in allegato nel box a destra della pagina

Dipartimento Economia e Lavoro - Resp. Stefano Fassina

Dichiarazioni del premier Mario Monti alla camera

Si consiglia l'ascolto dal minuto 23 al minuto 26.

L'intervento della Senatrice Finocchiaro al Senato

Intervento di Bersani oggi alla fiducia del governo Monti

Articolo Eco di Bergamo sull'Unione dei comuni in Val Serina



TESTO ARTICOLO:


Valle Serina
GIOVANNI GHISALBERTI

La Valle Serina si avvia verso l'unione dei Comuni. Con servizi e uffici associati ma mantenendo l'identità amministrativa.Un percorso che i sindaci hanno iniziato già da diversi anni (con la costituzione del Consorzio della Valle Serina), accelerato però dopo l'annunciato decreto del governo che avrebbe imposto
loro la fusione.
Sei i comuni della valle, solo due quelli con piu di mille abitanti: Serina (2.187 residenti al 2010), Oltre il Colle (1.062). Poi ci sono Costa Serina (980), Bracca (767), Algua (726) e Cornalba (310), per un totale di 6.032 residenti.
La legge imporrebbe per i Comuni sotto i mille abitanti la fusione, anche amministrativa, a meno di costituire un Unione di Comuni con tutti i servizi associati.
Da tempo i paesi della Valle Serina, per esempio, hanno una gestione unica dei servizi sociali (comprendente anche Dossena). Ora l'obiettivo e di allargare le convenzioni ad altri servizi e uffici:rifiuti, polizia locale, ma anche ragioneria e stradini.
"Valutiamo i vantaggi". "Ogni Comune - spiega il sindaco di Serina Michele Villarboito (Lega) . sta quantificando i costi dei propri servizi e uffici. Nel prossimo incontro valuteremo vantaggi e svantaggi, economici, di un'eventuale unificazione. Naturalmente la qualità del servizio non dovrà venire meno. La direzione, pero, e questa".
"Per un territorio cosi vasto come quello della Valle Serina -aggiunge il sindaco di Algua Bruno
Cimarra - la fusione sarebbe dannosa e renderebbe ingestibile il territorio. L'unica strada è quella dell'unificazione dei servizi. Anche se sono poco ottimista sulla possibilità di riuscire a
evitare la fusione". 
"Ne parliamo da anni -dice il sindaco di Oltre il Colle Rosanna Manenti- e ora il decreto del governo ci
ha imposto un'accelerazione. Dobbiamo unire anche uffici, sicurezza, ma pure i servizi per il turismo". "Quella dei servizi uniti - dice il primo cittadino di Cornalba Alessandro Vistalli - è una logica necessaria per cercare di risparmiare. Sulla fusione o l'Unione dei Comuni, però, e meglio attendere gli sviluppi del decreto governativo".
"Piuttosto che subire una decisione dall'alto -aggiunge il sindaco di Bracca Marco Muttoni - meglio che ci muoviamo insieme prima noi. D'altronde sono anni che lavoriamo come consorzio".
"Purtroppo se vogliamo evitare la fusione - dice il sindaco di
Costa Serina Paolo Cortinovis - ci viene imposta l'Unione dei Comuni. Sarebbe stato meglio procedere per gradi e non dover essere costretti nei tempi e nei modi. Anche cosi ci viene tolta l'autonomia decisionale".
La proposta del Pd
E il circolo del Pd della Val Serina ha lanciato l'idea di realizzare l'Unione dei Comuni (con Dossena). "Anziché lasciarci imporre modelli associativi e amministrativi - scrive in un comunicato Andrea Tiraboschi - e farci cosi privare del potere di decidere in modo autonomo, la nostra proposta é che tutti gli attori principali delle istituzioni ma anche della società civile comincino a discutere su quale assetto istituzionale sia migliore per rilanciare la valle".
Non raccoglie pero l'invito il sindaco Villarboito: "Non abbiamo certo bisogno delle indicazioni del Pd per capire come muoverci di fronte al problema dei piccoli Comuni. Già da tempo stiamo valutando"



COMMENTO:
Sicuramente la valle Serina tramite la convenzione dei comuni era già sulla via di una maggiore integrazione. Ma in realtà c'erano solo alcuni servizi in comune, nemmeno una funzione. E credo che il Pd si sia dimostrato sul pezzo. Inoltre noi nell'articolo proponiamo non solo una condivisione di servizi, ma soprattutto una condivisione di strategie e obiettivi. Da questo mi apre che siamo molto lontani.

Inoltre è incommentabile  la reazione del sindaco di Serina Villarboito alla nostra proposta. Alla faccia di chi ascolta le proposte e accetta di condividere le decisioni. E' ora di cambiare aria anche a Serina

Andrea T.

Intervento di Pier Luigi Bersani da Piazza S. Giovanni


In nome del popolo italiano

Per la ricostruzione democratica, sociale, economica del paese 

Bersani Ricostruzione
Grazie a voi, Democratiche e Democratici, Amici e Compagni, Cittadine e Cittadini che siete qui con noi. Voglio dire prima di ogni altra cosa lo sgomento per la drammatica alluvione che ha investito la Liguria e prima ancora la Liguria e la Toscana e che ci lascia in ansia anche in queste ore. Tante vittime, tante famiglie nel dramma; Genova, e tanti meravigliosi paesi, cari agli italiani e a tutto il mondo, terribilmente devastati. Cittadini che vedono le loro case e i loro beni invasi, travolti dall’acqua. Una tragedia. Noi ci stringiamo attorno alle famiglie delle vittime e alle popolazioni colpite. Noi ci saremo, in ogni sede utile, e per tutto il tempo necessario perché vengano le risposte dell’emergenza e del soccorso, del ripristino e della ricostruzione. Cominciamo oggi stesso da San Giovanni lanciando una grande sottoscrizione per un aiuto concreto. Da questa piazza un abbraccio commosso ai cittadini colpiti della Liguria e della Toscana. 

Siamo tanti in questa piazza ferita dalle violenze di poche settimane fa e che oggi riportiamo alla sua storia migliore. 
San Giovanni non è solo una piazza. E’ il simbolo di tutte le piazze del nostro paese: luoghi dove il popolo italiano con i suoi partiti, le sue associazioni, i suoi sindacati, ha fatto la nostra democrazia. Luoghi di pace, di festa, di lotta.
Noi non permetteremo mai che rimangano vuoti. E non permetteremo che rimangano muti. 
Mai!

Anche per questo fatemi dire grazie alle forze dell’ordine che anche oggi non hanno fatto mancare il loro impegno e il loro servizio prezioso.

E grazie alle Associazioni e ai Movimenti che hanno scelto di essere qui. Con i loro simboli e le loro proposte. 
Un saluto alle forze del centrosinistra: SEL, IDV, I Socialisti, i Moderati di Portas.

Vedo le vostre bandiere: grazie per questa presenza generosa. 
Ma il saluto più affettuoso lo voglio dare ai nostri ospiti europei e internazionali. Li accogliamo con emozione, amicizia, fraternità.
Sappiamo bene che questa manifestazione si svolge nel cuore di un’emergenza drammatica per l’Europa e per l’Occidente intero. E di un’emergenza ancora più drammatica per l’Italia.