PD Valle Brembana: ora si parte con "L'operazione Fenice"


Legge elettorale, il Pd chiede subito "capigruppo congiunta" per cambiarla


I Presidenti dei Gruppi del PD, Finocchiaro e Franceschini, chiedono a Schifani e Fini di convocare con urgenza una riunione congiunta delle Conferenze dei Presidenti dei Gruppi parlamentari diCamera e Senato in merito al tema delle riforme istituzionali.

In merito al tema delle riforme istituzionali, con particolare riferimento allalegge elettorale, i Presidenti dei Gruppi parlamentari del PD, Anna Finocchiaro e Dario Franceschini, hanno scritto la seguente lettera ai Presidenti del Senato e della Camera:

Sen. Renato Schifani 
Presidente del 
Senato della Repubblica 

On. Gianfranco Fini 
Presidente della 
Camera dei Deputati

Signori Presidenti, 

alla luce degli incontri del Capo dello Stato con le forze politiche e in seguito alle sollecitazioni che lo stesso Presidente della Repubblica ha rivolto al Parlamento in merito alla necessità di procedere in tempi rapidi alle riforme istituzionali e, in primo luogo, alla riforma della legge elettorale nazionale, riteniamo sarebbe utile e necessario convocare con urgenza una riunione congiunta delle Conferenze dei Presidenti dei Gruppi parlamentari di Camera e Senato, al fine di individuare un percorso condiviso e certo per giungere a questo risultato.
Agiamo certi della Vostra sensibilità e attenzione al tema.
Con viva cordialità


Sen. Anna Finocchiaro On. Dario Franceschini

Roma, 24 gennaio 2012

Valore legale del titolo di studio: gli spazi per una riforma concreta


Titolo di studio  Un diploma  L’abolizione del valore legale del titolo di studio è come l’araba fenice, ma in questo caso “cosa sia nessun lo sa”. Il suo ruolo nel dibattito pubblico si riduce spesso a una sfida tra due tifoserie che non si comprendono, né si sforzano di capire di cosa stiano parlando. Proviamo piuttosto a entrare nel merito delle questioni, per cogliere davvero l’opportunità di varare riforme utili in tempi rapidi e far maturare il nostro discorso pubblico. Partiamo dai fatti. Come ha correttamente ricordato ieri su queste colonne Giliberto Capano, non possiamo abolire qualcosa che non esiste.

Bersani: "Ora la riforma della giustizia si può e si deve fare"


"Io non do per scontato nessun esito, non ho certo fatto scelte per un calcolo di convenienza del PD. Un partito che si predispone ad essere la prima forza politica dell'Italia questa sfida se la gioca affrontando i problemi del Paese - Intervista a Pier Luigi Bersani di Carlo Fusi - Il Messaggero

Dichiarazioni di Pier Luigi Bersani  Dichiarazioni di Pier Luigi Bersani
Pierluigi Bersani interviene sulla riforma della giustizia dopo che in una intervista al Messaggero Pier Ferdinando Casini ha lanciato la proposta e allo stesso modo Angelino Alfano ha mostrato disponibilità. Una questione decisiva, messa a fuoco anche da Luca Palamara e Luciano Violante. «La riforma si può e deve fare» dice Bersani, mentre il suo tavolo è inondato da notizie di agenzia sullo scontro tra Bossi e Berlusconi. 

Cominciamo da qui segretario. Come spiega che mentre Berlusconi si becca della mezza calzetta da Bossi, ma di mollare Monti non ci pensa affatto, in tanti si affannano a dire che alla fine il prezzo più alto per l'appoggio al governo lo pagherà il Pd? 

«Il futuro è nella mani di Dio. Aggiungo: quando ci sono i passaggi cruciali dipende dal fisico che uno ha. Io non do per scontato nessun esito, nel senso che non ho certo fatto le scelte che ho fatto per un calcolo di convenienza del Pd. L'ho fatto su una intuizione che può rivelarsi giusta o sbagliata, e cioè che un partito che si predispone ad essere la prima forza politica dell'Italia questa sfida se la gioca affrontando i problemi del Paese, sporcandosi le mani per essere chiari. E dunque dicendo: al primo posto c'è l'Italia. Che è nei guai e per questo diamo una mano. E' una scommessa certo, e non è che non veda tutte le complicazioni insite e dunque quel che chiedo al Pd è la tenuta. Se questa scommessa funziona. consegniamo all'Italia un grande partito riformista. Non funzionasse, non mi interesserebbe alcun altra scommessa. Non si vince sulle macerie o sul tatticismo».

RAI: "Stop a inciuci, il PD non partecipa"



Il PD ha ribadito la necessità di riformare la 'governance' della RAI, sospendendo i vecchi riti di una così grande azienda pubblica

Vigilanza Rai
"Non so di accordi ma mi stupirei se in tempi di tanta sobrietà si moltiplicassero le nomine", così il Segretario del PD, Pier Luigi Bersani, ha risposto ai giornalisti in Transatlantico, in relazione a voci di un'intesa tra Pdl e Lega sulle nomine al prossimo CdA di viale Mazzini. 


La voce, in particolare è di Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo21, che a Radio Radicale ha dichiarato: "Mi assumo tutta la responsabilità di quello che dico e spero di essere smentito subito dalla RAI e dalle persone coinvolte: è stata raggiunta questa notte un'intesa tra la Lega e il Pdl, che poi qui fanno finta di litigare, per procedere nella prossima seduta del CdA, costi quel che costi, a nominare per un anno ulteriormente l'attuale direttore del Tg1 Maccari, già in pensione, e a nominare un Direttore della Lega che si chiama Casarin alla Tgr, con due condirettori del centro destra....". 

Per l’occupazione giovanile e femminile


Contributo del PD al confronto tra forze sociali e governo sul tema del Lavoro

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Contributo del PD al confronto tra forze sociali e governo sul tema del Lavoro, in coerenza con le proposte approvate dall’Assemblea Nazionale del PD del maggio 2010 e dalla Conferenza per il Lavoro di Giugno 2011.

Il cambiamento della politica macroeconomica nell’area euro per uno sviluppo sostenibile è condizione necessaria per aumentare l’occupazione e contrastare la precarietà, in particolare giovanile e femminile. 

A complemento di tale strategia, in Italia si possono prevedere alcuni interventi specifici per il mercato del lavoro:

SE LA LEGA È COERENTE, STACCHI LA SPINA



Dopo il comizio in Duomo, coerenza vorrebbe che la Lega chiedesse il voto anticipato in Lombardia. Il PD lombardo lo chiede da tempo, cambiando la legge elettorale per cancellare il listino bloccato.


Dopo le sparate di Bossi in Piazza Duomo a proposito della vicenda lombarda e di Formigoni, la Lega abbia il coraggio di staccare la spina alla Giunta Regionale in cui siede da ben 7 anni e si vada al voto. 
Se invece si tratta della solita operazione di propaganda, allora peggio per loro: saranno in tantissimi a sentirsi nuovamente presi in giri da un partito che ormai va avanti solo a colpi di insulti alle istituzioni nazionali, sperando forse di nascondere così le proprie responsabilità.
Basta doppi giochi padani! E' il momento della verità, ora attendiamo di capire se la Lega sarà coerente o, per l'ennesima volta, farà prevalere il proprio interesse di bottega rispetto a quello dei cittadini lombardi.
Per noi il percorso è chiaro: una nuova legge elettorale che cancelli il listino bloccato e subito dopo la parola passi agli elettori.

Amministrative, Il PD fa il pieno alle primarie e vince a Lecce, Asti e Monza



In questo fine settimana, il centrosinistra ha portato al voto per la scelta del candidato Sindaco quattro capoluoghi: Asti, Lecce, Monza, Rieti.Bersani: "Grande partecipazione ovunque, conferma che siamo il pilastro su cui ricostruire fiducia al Paese"

repersone al voto
"I risultati delle primarie confermano che il Partito Democratico è il pilastro su cui ricostruire la fiducia nel Paese." 
Lo ha affermato il Segretario nazionale del PD Pier Luigi Bersani, commentando gli esiti delle primarie che si sono svolte ieri in molte città, per la scelta dei candidati Sindaci di centrosinistra alle prossime elezioni amministrative.


In questo fine settimana, il centrosinistra ha portato al voto quattro città capoluogo: AstiLecceMonzaRieti. Si è registrata grande partecipazione ovunque e i candidati del PD hanno vinto ad Asti con Fabrizio Brignolo (61%), a Lecce con Loredana Capone (49%), a Monza con Roberto Scanagatti. 

Assemblea nazionale Pd - Introduzione di Rosy Bindi

L'intervento di Antonio Panzeri all'assemblea nazionale

“Uscire dall'emergenza, preparare la ricostruzione”


"L’Italia prima di tutto". Relazione d'apertura del segretario Pier Luigi Bersani all'Assemblea Nazionale del PD 

Bersani - Assemblea Nazionale PD 2012
Cari democratiche e cari democratici,
Cari amici e compagni,

In questi mesi abbiamo vissuto un passaggio di fase europeo e nazionale. Per ciò che riguarda l’Italia, un passaggio di fase anche politico. La cifra della nostra iniziativa è stata: prima di tutto l’Italia. Prima di tutto l’Italia non è uno slogan. E’ l’atto politico più alto e impegnativo. Noi non abbiamo messo all’angolo la politica, l’abbiamo invece messa in campo. Abbiamo semmai messo all’angolo il politicismo, la miopia, il piccolo cabotaggio, gli interessi personali, gli egoismi di partito. Saremo fedeli a questo impegno, prendendocene la fatica e i rischi. Chiedo all’Assemblea, davanti al Paese, di ribadire e rafforzare il nostro messaggio. Prima di tutto l’Italia. La crisi è seria, è molto grave. La preoccupazione ormai diffusa non deve diventare paura. L’Italia ce la farà, anche con il nostro aiuto. Questo messaggio per noi è il tratto di identità di quel Partito riformista, popolare e nazionale che stiamo costruendo.

Senza voler essere in nessun modo retrospettivi, non dobbiamo tuttavia stancarci di ricordare come siamo arrivati fin qui, per contrastare chi sta tentando o tenterà di riscrivere storia e cronaca recenti. Una riscrittura che non permetteremo.
Noi avevamo in testa l’Italia, e non noi stessi, quando per lunghi anni abbiamo denunciato il negazionismo del governo sui caratteri della crisi, sugli andamenti reali e non immaginari o propagandistici dell’economia e della finanza pubblica; quando abbiamo denunciato la paralisi di ogni politica di riforma, la micidiale distrazione della discussione pubblica dai temi veri, la incredibile predisposizione ideologica a rompere la coesione sociale e territoriale del Paese, il ripiegamento populista e la complicità attiva nell’allentamento delle politiche europee. Avevamo in testa il Paese, non noi stessi, mentre avanzavamo le nostre analisi e le nostre proposte, che andrebbero rilette oggi da chi per conformismo, subalternità o atavica idiosincrasia, lasciava correre cose che non condivideva pur di non dare ragione a noi. 

Bersani e gli alleati


Bersani: lavoriamo per un centrosinistra di governo che non accetta derive populiste

- L'intervento del segretario del Pd all'Assemblea nazionale del Partito Democratico a Roma

Un segretario normale

Con Monti un cambio di passo. Ma alcune cose vanno cambiate


«Pensioni? Aggiustare subito il tiro. Evasione? Più coraggio con le banche dati. Liberalizzazioni? Sono circolate troppe bozze».
Intervista a Pier Luigi Bersani di Emanuela Fiorentino - Panorama

Pier Luigi Bersani
Segretario Pier Luigi Bersani, lei è stato il primo liberalizzatore. Le piacciono le «lenzuolate» di Mario Monti? 

Rivendico almeno il coraggio: con un mio provvedimento, dalla sera alla mattina, scomparvero a suo tempo le licenze del commercio e le tabelle merceologiche: c'era un asse della politica che cercava di dare qualche occasione di lavoro ai giovani e di limitare speculazioni sui prezzi. Ora chiedo al governo di riprendere la questione sotto quei due profili, senza lasciare margine a cattive interpretazioni. 

Chi interpreta male e che cosa?

Sento dire per esempio che intervenire sui farmaci è de minimis. Non è vero, è una cosa fondamentale che riguarda miliardi di euro addosso in particolare aglianziani e alle famiglie numerose. Facciano il massimo, con coraggio, senza discriminare questo o quello.

Quale consiglio, lei che ci è passato e che di proteste ne ha incassate tante, si sente di dare al premier?

Avrei dato un consiglio preventivo: far girare meno bozze. Prima le decisioni, poi le discussioni e gli aggiustamenti. Secondo consiglio: stare larghi, trattandosi appunto di lenzuolate, affrontando il tema a 360 gradi. Terzo: darsi alcune priorità, non tutto quello che si fa poi lo si porta a casa. Vuole la scala?Farmacibenzinagasbanche e assicurazioniprofessioni e servizi pubblici. Per equilibrare il consenso tra lobby e opinione pubblica, il messaggio di occuparsi di cose che incidono sul reddito reale, dà una forza enorme per combattere.