GOVERNO MONTI, SPREAD E GOVERNO DI RESPONSABILITA’ NAZIONALE



Cari Valserinesi,
siamo stati costretti ad integrare il giornalino di ottobre 2011 con questa pagina, poiché nell’arco di una settimana e poco più, l’intero panorama politico è mutato profondamente.
Lo schema bipolare nato nel 1994, Berlusconi da una parte con la Lega e il centrosinistra dall’altra, è saltato e non si sa bene da cosa verrà sostituito. E’ probabile che nei prossimi mesi ci sarà una ridefinizione dei partiti, dell’offerta politica e ritengo possibile anche lo sciogliersi e il formarsi di nuove alleanze all’interno dei vari schieramenti. L’auspicio che mi sento di interpretare a nome di tutti noi, è che si proceda verso un RICAMBIO assolutamente necessario della classe politica  italiana che ha condotto la partita finora, non per motivi anagrafici, ma a causa del suo fallimento politico nel governarci, pur nella diversità delle responsabilità.
LA NECESSITA’ DI UN GOVERNO DI “RESPONSABILITA’ NAZIONALE”. Mercoledì 16 novembre nasce il governo Monti. Esso è stato reso necessario dall’azione confusa e inconcludente del centrodestra. I numerosi tagli non accompagnati dalla crescita, l’assoluta scarsa credibilità di Berlusconi, sia all’interno del paese che all’estero, la stagnante azione riformatrice e le scelte sbagliate in politica economica-industriale, stavano per portarci al collasso. La crisi tuttavia non deriva solo dall’azione del governo, stiamo navigando difatti a vista in un mare in tempesta a livello internazionale. Ciò nonostante, il governo ci ha messo del suo e difatti fino ad agosto la crisi era prettamente di natura economica, di depressione dell’economia reale. Solo  in mezzo all’estate iniziano le turbolenze a livello finanziario sul nostro debito e il famigerato spread comincia a salire. In realtà le cose sono collegate. Per capirci, poniamo il caso di avere in tasca alcune azioni di un’azienda. L’azienda  nell’ultimo anno e mezzo opera scelte sbagliate, i loro direttori litigano fra di loro solo per mantenere le proprie rendite di posizione e il direttore generale se la spassa fra festini, ragazze avvenenti e fa battute a incontri internazionali con altri operatori del settore. Probabilmente penseremmo di vendere le azioni, poiché crediamo che se l’azienda continua a comportarsi in questo modo fallirà. Ebbene, è esattamente quello che è successo ai nostri titoli di debito, Btp,  che sono arrivati addirittura a segnare un differenziale di rendimento con i corrispettivi tedeschi di 590 punti circa e un 7% di interesse. Quindi il problema è duplice:  da una parte non era credibile il nostro direttore generale, dall’altra le nostre scelte hanno creato incertezza e scetticismo rispetto la solidità della nostra economia. Quindi ora si richiede capacità di affrontare questioni spinose ormai da troppo tempo accantonate e serietà, accompagnata alla credibilità, dei nostri governanti. Insomma, è finito il tempo delle barzellette. Per poter ridare fiducia ai mercati e far sì che gli investitori ricomincino a comprare i nostri titoli, che ad oggi purtroppo sono considerati rischiosi, dovremo dare una forte prova di responsabilità e di generosità. Non a caso Bersani ha commentato l’azione del Pd così: “Avrei potuto chiedere di andare ad elezioni con i sondaggi che ci danno in testa, ma avrei governato su un cumulo di macerie”. Non c’è alternativa pertanto alla scelta che stiamo per percorrere del governo di responsabilità nazionale.
Si dirà tuttavia che lo spread cresce e che la crisi del debito sovrano si allarga anche ad altri paesi europei. E’ vero, proprio perché è una crisi internazionale e non solo europea. Un nostro fallimento, come quello della Grecia, porterebbe al fallimento  altri stati e a catena l’Europa, gli Stati Uniti, le cui banche posseggono molti titoli europei, e la Cina, la quale è la più grande creditrice degli USA.
La soluzione però è una sola ed è quella di dare alla BCE nuovi poteri per poter operare sui mercati e aiutare i paesi in difficoltà. Solo con la garanzia della BCE gli investitori potrebbero riprendere a comprare i titoli di stato e quindi far cessare la crisi. Chi non vuole fare questa operazione sono i tedeschi, i quali ritengono che Spagna, Italia e Grecia abbiano sperperato a torto o a ragione molte risorse mentre loro hanno fatto le formiche. Se il governo Monti saprà smuovere con autorevolezza i tedeschi, scambiando l’operazione sulla BCE con nostre serie riforme, allora se ne verrà fuori. Altrimenti l’altro scenario sarà di una crisi simile a quella del 2008 moltiplicata per 10. Sarebbe una catastrofe, ma non per le banche, per tutti noi. Ecco perché non possiamo permetterci di sbagliare. 

IL FALLIMENTO di BERLUSCONI E della LEGA. Nell’ultimo anno non una riforma è stata prodotta, si sono fatte solo manovre finanziarie di tagli senza un briciolo di visione complessiva e di risorse per la crescita. E’ stato un disastro. In poche settimane i sacrifici, tra l’altro posticipati negli anni venturi, si sono  rivelati superati e abbiamo dovuto in due mesi approntare 3 manovre lacrime e sangue. Inutilmente. E l’inutilità è derivata dal fatto che la maggioranza era più intenta a sopravvivere a sé stessa che pensare al paese. Vogliamo ricordare che ad agosto per tre settimane la manovra è cambiata 7-8 volte a seconda del sondaggio del giorno? Un fatto inaccettabile da parte di un paese serio e settima potenza mondiale, che riflette una mancanza di strategia, giudicato dai mercati in modo impietoso.
Eppure va ricordato che nel pieno della crisi del debito Berlusconi parlava, in un’atmosfera tragicomica, ancora di riforma delle intercettazioni, di comunisti, che i ristoranti sono pieni e gli aerei pure,  persino di legge di successione per evitare che la sua eredità vada anche ai figli di Veronica Lario, la seconda moglie. Pensava insomma solo agli affaracci propri. Non da meno è stata la Lega. I leghisti che vanno ora, dopo la caduta del governo Berlusconi, ancora a professare che il federalismo fiscale non si farà mai hanno la faccia  semplicemente di bronzo. Due settimane fa dichiaravano che il federalismo fiscale avrebbe risolto ogni problema dei comuni. Oggi invece che non si farà mai. Ebbene, cari concittadini, vi stanno raccontando PANZANE!! Per come è stato congeniato il federalismo fiscale da CALDEROLI, le nostre tasse andranno tutte a Roma, più di prima.  Solo una piccola parte rimarrà direttamente sul territorio. Le tasse inviate a Roma verranno poi ridistribuite secondo il criterio dei costi standard, dicendo a tutto il paese che  il costo dei servizi è pari a un costo prestabilito a livello centrale, senza considerare le differenze significative in termini di qualità del servizio e di costo della vita presenti nelle diverse regioni. Questo FEDERALISMO, cara LEGA, è una PATACCA e riflette una visione centralista e di abolizione dell’autonomia locale. Per Calderoli i veri “spreconi” sono i comuni, non lo stato centrale!!  Altro che andare all’opposizione. La Lega, tradendo i comuni, impedendo ai suoi stessi sindaci di parlare, ha tradito sé stessa. Noi del Pd intendiamo invece assumere con serietà l’impegno per un vero federalismo fiscale e di preservazione dell’autonomia locale.
DEMOCRAZIA SVLITA E GOVERNO DELLE BANCHE? PANZANE! La nostra è una repubblica parlamentare, quindi il governo cade quando non ha più la maggioranza nel parlamento, e Berlusconi non l’aveva più, e nascono quando si forma un’altra maggioranza, come è successo con Monti. Sicuramente si è agito con urgenza dentro i dettami costituzionali, nel rispetto delle prerogative di ognuno, nonostante la vicenda eccezionale. In via normale si sarebbe ricorso alle elezioni, ma il presidente Napolitano, che ringraziamo, ha capito che sarebbe stato devastante per l’Italia. Riguardo l’accusa di essere un governo delle banche, vanno dette tre cose chiare:  1) nessuno dei ministri è proprietario delle aziende in cui hanno lavorato; 2) si sono dimessi una volta nominati ministri dai propri ruoli all’interno delle aziende; 3) gran parte di loro avevano un rapporto con le banche di pura consulenza, senza ricoprire alcun incarico interno, ben inteso che questo non sarebbe comunque un’onta da mondare. La Lega che sbraita e si straccia le vesti dovrebbe ricordarsi di essersi venduta in questi anni per tenere il sacco a Silvio Berlusconi, il quale- occorre ricordare quando si parla di “governo delle banche”- era affiliato alla P2, proprietario mentre era premier di molte imprese italiane, a favore delle quali ha fatto molte leggi, corruttore, imputato in 26 processi,  nonché autore di ben 17 leggi AD PERSONAM, di cui solo quella sulla depenalizzazione del falso in bilancio gli valse l’assoluzione in 3 processi. Leggi votate anche dalla Lega. Ad oggi Monti è candido e pulito.
DIVERSE RESPONSABILITA’. Un ultimo dato va detto per completare il quadro. Il governo Prodi, nel 2008, lasciava con uno spread a 37 punti e un avanzo primario del 5%. Oggi c’è un forte disavanzo, pil a -4% e uno spread a 500 punti e il pareggio di bilancio lungi da essere raggiunto. Tremonti ha fallito completamente, non capendo che senza crescita i sacrifici non sarebbero serviti.
In conclusione, l’unica cosa che possiamo fare oggi  è sperare che “ce la caviamo”. Buona fortuna al governo Monti.
                                                                       Andrea Tiraboschi, segretario del circolo Pd

Nessun commento: