Il governo ascolti la voce pacifica dei lavoratori, unisca e non divida

I commenti di Bersani, Bindi, Fassina alla manifestazione FIOM

"Si' ai diritti, no ai ricatti. Il lavoro e' un bene comune", e le cinque parole d'ordine della manifestazione: diritti, democrazia, legalita', lavoro, contratto, campeggiavano sul palco della manifestazione FIOM a Roma, con decine di migliaia di partecipanti e nessun incidente nonostante gli allarmi del ministro dell'interno, Roberto Maroni.

“Quella che si è fatta sentire pacificamente oggi a San Giovanni è una voce che va ascoltata. E tutte le persone responsabili che hanno a cuore l’Italia devono augurarsi che possano emergere posizioni comuni dal mondo del lavoro” afferma Pier Luigi Bersani al termine della manifestazione indetta oggi dalla FIOM.
“L’Italia – dice il segretario nazionale del PD - vive difficoltà gravi e chi è al governo in questo momento non deve accendere irresponsabilmente i fuochi della divisione, ma lavorare per aiutare a comporre le diverse posizioni. L’
unità del mondo del lavoro è una energia indispensabile per costruire un’alternativa di Governo che davvero metta al centro delle politiche economiche l’occupazione che è l’assoluta priorità per il Paese”.

"Ma Sacconi e Brunetta attaccano la piazza, descritta come ricettacolo di odio e violenza. "Oggi, centinaia di migliaia di lavoratori e lavoratrici, in una straordinaria manifestazione pacifica e democratica, hanno rivendicato dignità del lavoro e chiesto politiche per la crescita, l'occupazione, l'equità: lavoro e diritti, insieme, sono il binomio della modernità” gli risponde Stefano Fassina, responsabile economia e lavoro del Partito
Democratico, presente al corteo come Sergio Cofferati, Ignazio Marino, Cesare Damiano, Achille Passoni, Vincenzo Vita.

“Il Ministro Sacconi – continua Fassina – forse deluso dall'assenza di incidenti, invece di ascoltare le domande che si sono alzate da Piazza San Giovanni ed aprirsi al confronto, continua a fare il talebano e a dimostrare
tutta la sua carica ideologica contro i diritti dei lavoratori. E' sempre più evidente che la destra non è in grado di rispondere alle domande del Paese reale, di chi vive davvero i problemi dell’occupazione. E’ necessaria una
svolta, un'alternativa per il lavoro, per restituire futuro all'Italia”.

“Siamo il partito che vuole mettere al centro della crescita e dello sviluppo del Paese il valore del lavoro. Il Pd è il partito dell’art. 1 della Costituzione e l’ultima cosa che questo Pd può permettersi è di dividersi sulla dignità del lavoro” dichiara in una nota Rosy Bindi, presidente dell’Assemblea nazionale del Pd.
“Può darsi – osserva – che la piazza di oggi non rappresenti tutte le risposte necessarie e utili per fronteggiare la crisi e le profonde trasformazioni che la globalizzazione ha prodotto anche in Italia. Ma pensare di poter costruire l’alternativa a Berlusconi senza questa piazza è semplicemente illusoria”.

“Sottoscrivo pienamente le parole pronunciate oggi da Guglielmo Epifani: il lavoro è un diritto ma non ci può essere lavoro senza diritti. E’ in quest’ottica che ho partecipato oggi alla manifestazione indetta dalla FIOM -spiega a sera il senatore Marino - perché sono convinto sia doveroso lavorare in Parlamento ma essere presente
anche nella piazza, assieme ai lavoratori, per sostenere i diritti conquistati fino ad oggi e per sottolineare l’urgenza di ricercare nuovi diritti per i milioni di lavoratori che oggi non li hanno. Non c’è lavoro senza diritti e non è possibile prospettare ai più giovani
una vita lavorativa incrinata dall’ansia della precarietà e dall’incertezza per il futuro. Il Governo non ha fatto nulla per il lavoro e continua a non occuparsene, né in termini di incentivi all’occupazione né di servizi che

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