Bersani: “L’Italia e l’Europa si occupino della Primavera araba”


Il Segretario del PD, in visita in Tunisia ha incontrato le autorità istituzionali e i giovani tunisini. In una intervista ha sollecitato l'Italia e l'Europa a non sottovalutare le vicende di questi Paesi. Ha poi parlato di crisi economica e della necessità di creare lavoro nel nostro Paese.

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A un anno dalle rivolte che hanno portato alla caduta del regime di Ben Alì, il Segretario del PD, Pier Luigi Bersani si è recato in Tunisia, la prima fra i protagonisti della ‘Primavera araba’ ad aver avviato con successo la propria transizione democratica. Bersani ha incontrato le più alte autorità istituzionali e politiche del Paese, alcuni rappresentanti del mondo dell’associazionismo e della società civile, e in fine i giovani tunisini, protagonisti delle battaglie per la democrazia. Bersani è stato accompagnato da una delegazione del PD, composta dal responsabile Esteri e relazioni internazionali, Lapo Pistelli, dal coordinatore del dipartimento Esteri, Giacomo Filibeck e dal portavoce Stefano Di Traglia.
Il Segretario del PD, al termine degli incontri a Tunisi con il presidente dell'Assemblea Costituente Mustafà Ben Jaafar, e con il primo ministroHamadi Jebali, ha sollecitato l'Italia e l'Unione Europea ad avere un occhio più attento alle vicende dei Paesi, che nell'ultimo anno sono stati attraversati dalle rivoluzioni della ‘Primavera araba’. 

"L'Italia e l'Europa devono occuparsi di più di quello che succede qui e che riguarda il futuro di questi Paesi, ma anche un pezzo del nostro", ha spiegato il Segretario del Pd nel corso di una intervista. 

"Siamo a un passaggio delicatissimo per la Tunisia e per tutta l'area, in una fase difficile di costruzione della democrazia, con problemi economici e sociali diffusi. Questa situazione - ha ricordato Bersani - non va lasciata in mezzo a un guado, è importante che l'Europa si accorga di quanto accade e dia un segnale di fiducia". 

Del ruolo dell'Europa in questo contesto, ha parlato anche il Presidente americanoBarak Obama, nell'intervista rilasciata a La Stampa, in occasione della visita del premier Mario Monti a Washington.

Bersani ha commentato l'intervista: "Sono convinto che la visita avrà successo, c'è un clima nuovo. Con questa svolta che abbiamo voluto e costruito, abbiamo acquisito una novità enorme, l'Italia prende un profilo credibile e fiducia sul piano internazionale, ma questo non basta a risolvere i nostri problemi. Ci allontaniamo dal baratro finanziario, ma abbiamo problemi economici e sociali enormi, siamo in recessione. La ritrovata credibilità dell'Italia consente di affrontare meglio la crisi, ma è necessario ora lavorare duramente in Italia e in Europa".



"Obama lo dice e lo ripete - ha sottolineato ancora Bersani - se non ci sarà un intreccio tra le sponde del Mediterraneo, sarà difficile consolidare i processi democratici. Non si può chiedere agli Stati Uniti di fare il mestiere dell'Europa. Smettiamo di guardarci le punte dei piedi e guardiamo quello che succede a pochi passi da noi. Stiamo parlando di un pezzo anche del nostro futuro".

Con il premier Jebali, ha poi riferito, “c'è stato un incontro molto interessante.Credo di avere detto con chiarezza che è intenzione del mio partito e dell'Italia di collaborare in ogni modo alla buona riuscita di questo percorso democratico. C'è l'intenzione di individuare forme di collaborazione che possano toccare temi economici e sociali con una qualche efficacia. Credo che davanti alla Tunisia ci sia un percorso democratico che non potrà essere più interrotto, e che i temi economici e sociali che preoccupano, potranno essere affrontati e risolti tenendo fermo un quadro democratico".
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Bersani in Tunisia
Bersani con Rachid Ghannouchi, leader islamista tunisino e oppositore storico del regime di Ben Ali


Il Segretario democratico a margine della sua visita a Tunisi, è tornato a parlare della crisi economica che investe l’Europa e l’Italia, criticando la linea rigorista della Germania di fronte alla crisi stessa

"La linea della Merkel non è assolutamente condivisibile e francamente, agli occhi degli osservatori, ci porta via via verso una recessione che alla fine mette di nuovo in squilibrio le finanze pubbliche", ha spiegato il Segretario democratico.
Bersani ha insistito sulla “necessità di puntare anche sulla crescita. Non basta esserne convinti noi in Italia, dobbiamo convincere anche la Germania che fatto il rigore, e ribadito che ci vuole, bisogna anche dire che non basta perchè andiamo incontro a una fase di recessione e dobbiamo reagire - ha ammonito - ma questo purtroppo è un tema che in Europa non ha cittadinanza".

Ha aggiunto Bersani: "la difesa dell'euro e i meccanismi di crescita vanno fatti nella solidarietà europea. E' stato fatto qualche passo in avanti nel controllo della spesa, che ci vuole - ha aggiunto - ma per il resto l'agenda è ancora abbastanza scarsa".
Il Segretario inoltre ha sollecitato il governo "a mettere in campo politiche per creare occupazione. Va bene affrontare il problema del controllo della finanza pubblica, va bene l'apertura e la riforma del mercato anche con le liberalizzazioni, va bene l'aggiustamento del Welfare, anche se il tema delle pensioni è stato affrontato piuttosto bruscamente, ma adesso - ha spiegato a margine della sua visita a Tunisi - nella nostra agenda deve esserci la parola lavoro. Dunque bisogna parlare di lavoro, non solo di regole, ma come si fa a dare un pò di lavoro. Noi lavoriamo perchè l'agenda sia questa e porteremo qualche idea”, ha assicurato Bersani.
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ragazzi tunisini e Bersani 
Bersani ha incontrato in un bar di Tunisi alcuni ragazzi tra i protagonisti della primavera tunisina


Sono una ventina di ragazzi tunisini, molte le ragazze di Ennadha con il velo, esponenti di movimenti e partiti politici, alcuni dei quali eletti nell'ottobre scorso all'Assemblea costituente. Pier Luigi Bersani li ha incontrati, in un caffè di Tunisi per un lungo e intenso confronto sul senso della democrazia. E sono bastati pochi interventi per far dire al Segretario del PD: "Ho capito molto di più ascoltando i giovani che in tutti gli incontri ufficiali. I giovani di questo Paese sono anche i nostri giovani".

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