IN LOMBARDIA SI LAVORA PER IL DOPO FORMIGONI




Un cammino lungo e non scontato per costruire un'alternativa credibile che risponda ai bisogni dei cittadini.

Le principali forze di opposizione alla Giunta regionale lombarda si sono ritrovate a Milano per un primo confronto pubblico su come creare un'alternativa politica all'attuale centrodestra, convinti che l'epoca di Roberto Formigoni sia ormai al tramonto. 
Pd, Udc, Idv, Sel e Fli hanno condivisol'analisi su quella che, dopo quasi 20 anni di presidenza della Regione, considerano la chiusura di un ciclo. Hanno constatato come il ruolo dei partiti sia cambiato nel rapporto con le esigenze dei cittadini. Ma le forze di centro e di sinistra hanno anche dovuto riconoscere che il cammino per creare un'alternativa in Lombardia sarà lungo e non scontato.
''Il confronto libero di oggi - ha spiegato Maurizio Martina, segretario regionale del Pd - non deve prefigurare alcunché''.
Secondo Martina, con il quarto mandato Formigoni sostenuto da Pdl e Lega, ''siamo di fronte alla fine di un ciclo politico, che ha avuto pregi e difetti e ha segnato un'egemonia culturale e una capacità di leadership tutt'altro che scontata ma che adesso non corrisponde più alle esigenze del territorio''. Per questo, ha concluso, ''per noi è giusto discutere e doveroso creare una alternativa'', tenendo ben presente l'esperienza delle comunali di Milano.
Un'alternativa che, per il coordinatore regionale dell'Udc Savino Pezzotta, è comunque tutta da costruire, perché semplicemente ''adesso non c'è''. ''Se partiamo con la logica che Formigoni è finito e che noi siamo l'alternativa - ha evidenziato - abbiamo già perso in partenza''. Pezzotta ha detto che ''la gente non crede più alla dimensione dei partiti, dunque c'è la necessità di capire come funzionerà la politica, non può bastare la buona volontà''.

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