Il caso Penati: fatti e dati (pagina 5)


Il caso Penati: fatti e dati


Cosa viene contestato: due imprenditori, Pasini e Di Caterina, di cui il primo candidato a sindaco a Sesto San Giovanni per il centrodestra, contestano a Penati di aver chiesto e ottenuto delle tangenti per la lottizzazione dell’ex area Falk. Le vicende di cui accusano Penati risalgono a 10 anni fa eppure solo ora hanno deciso di ricorrere alla magistratura. Inoltre Penati è indagato per la vicenda Serravalle in quanto ex presidente della provincia di Milano. In sintesi Penati è accusato di corruzione attualmente.


Cosa sta succedendo: i giornali finora hanno riportato solo i verbali degli interrogatori di coloro che nell’ipotesi sono i “corruttori” e gli accusatori, ovvero Pasini e Di Caterina. C’è stata solo la decisione del gip che ha fatto cadere le accuse di concussione e finanziamento illecito, ha ritenuto di non procedere all’arresto preventivo in quanto il reato di corruzione per cui si indaga sarebbe già prescritto. Per ora non c’è stato alcun RINVIO A GIUDIZIO né una formulazione finale dei risultati delle indagini. Si è ancora in piena fase investigativa.


Cosa ha fatto il PD: il Pd ha sospeso Penati dal partito derubricandolo anche dal registro degli elettori. Inoltre Penati si è dimesso da vicepresidente del consiglio della regione Lombardia e ha lasciato il gruppo del PD autosospendendosi. Il Pd ha più volte dichiarato di essere garantista e di aspettare quindi l’esito delle indagini che devono procedere speditamente per potere dare un giudizio complessivo, memori anche delle vicende di Del Turco, ex presidente regione Abruzzo, e del sindaco di Pescara, i quali accusati di tangenti, furono arrestati, fatti dimettere dallo stesso partito per poi rivelarsi completamente innocenti e vittime di accuse infamanti. Allo stesso tempo il partito ha però ritenuto a contrario di altri, come il PDL, che un suo membro non potesse esercitare alcun potere pubblico fin quando non sarà chiarata la sua posizione rispetto a situazioni gravi. E’ un atteggiamento molto differente rispetto ai casi Milanese, Papa, Bisignani, ecc. e marca la nostra differenza politica.




Cosa ha dichiarato Penati: Riprendiamo quanto da lui dichiarato nella lettera al partito del 30 agosto 2011. “Sono completamente estraneo ai fatti che mi vengono contestati. L’ho già ripetuto tante volte ma anche oggi voglio ripartire da qui. Non ho avuto in passato, e non ho oggi, conti all’estero o tesori nascosti. Non ho preso denaro da imprenditori e non sono mai stato il tramite dei finanziamenti illegali ai partiti a cui sono stato iscritto. (..) Di fronte allo sviluppo che tale indagine ha avuto ho deciso di separare in modo netto la mia vicenda personale da quella del Partito democratico, autosospendendomi, per non creare imbarazzi e problemi e per poter meglio difendermi, sereno e convinto come sono che riuscirò a dimostrare la mia estraneità ai fatti che mi vengono contestati. Chi mi conosce sa che non sono il tipo che si accontenta di scorciatoie o espedienti. Nello stesso tempo, chiedo alla politica di essere garante anche nei miei confronti del diritto che ha ogni cittadino di poter svolgere una difesa efficace e di non subire, soprattutto nella fase iniziale dell’indagine, pressioni politiche o non politiche di alcun genere. Intendo ristabilire il mio onore e intendo farlo non certo evitando il processo ma bensì rispettando le regole all’interno del contesto processuale, fiducioso che il corso della giustizia arriverà a ristabilire la verità. A tutti voglio ribadire che non accetterò, in nessun modo, un esito che lasci dubbi e zone oscure e a tutti voglio garantire che farò quanto necessario perché ciò non avvenga. Questo è un impegno che ho preso con me stesso e che devo a tutti coloro che in questi anni hanno guardato a me con fiducia.” Filippo Penati.


Chiamparino: Riportiamo un pezzo di editoriale a cura di Sergio Chiamparino che ci sentiamo di condividere: “Numerosi osservatori e protagonisti della vita politica hanno tratto spunto dal caso Filippo Penati per indicare, al di là degli aspetti giudiziari, il bisogno di innovazione nella politica e nella vita interna del Partito democratico (Pd), in particolare per quanto riguarda la formazione dei gruppi dirigenti .
In questa discussione, invece, a me sembra difficile prescindere dagli esiti di una prima fase giudiziaria. Non è irrilevante, infatti, ai fini politici - escludendo la possibilità che tutto si riveli una clamorosa montatura o un altrettanto clamoroso abbaglio - il fatto che emergano illeciti mirati all'arricchimento personale, a finanziare alcune componenti del partito o il partito con la 'P' maiuscola .
Per quel che ho conosciuto Penati, non riesco a immaginarlo nei panni di chi usa la politica per farsi i fatti suoi. Ma, al di là di questo, a me pare evidente che le altre due possibilità delineerebbero situazioni completamente diverse dal punto di vista politico.
Una degenerazione da correntismo in un caso, non dissimile da quella che portò all'implosione dei principali partiti della prima Repubblica, da partito centralista e ideologico nell'altro, che ci riporterebbe addirittura ai tempi del partito 'altro' dal sistema politico democratico. Sempre degenerazioni, ovviamente, ma da affrontare con terapie politiche per certi aspetti addirittura opposte. Ma su temi tanto delicati e rilevanti non ha senso una discussione tutta in via preventiva.

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