Le nostre idee per la Valserina


Le nostre idee per la Valserina
Uniamoci per preservare la nostra autonomia


 a cura di andrea Tiraboschi


Come sicuramente saprete, con le recenti manovre finanziarie ci sono state parecchie novità che impattano con forza sui nostri comuni, in particolare sui paesi con meno di 1000 abitanti. Ovvero tutti tranne Serina e Oltre il Colle, seppur quest’ultimo paese di soli 62 unità. Nel 2010 difatti Dossena conta 966 abitanti , Costa Serina 980, Bracca 767, Algua 726 e Cornalba 310.
Le principali novità sono:
ü  Obbligo di esercizio associato per tutti i servizi e le funzioni amministrative per tutti i comuni al di sotto  dei 1000 abitanti;
ü  Possibilità di aderire a un’Unione dei comuni per tali comuni per conferirle le PRINCIPALI funzioni (quindi non tutte);
ü  Obbligo entro 3 anni dell’esercizio associato di tutte le funzioni amministrative per i comuni al di sotto dei 5000 abitanti: amministrazione; gestione e controllo; funzioni di polizia locale; istruzione; funzioni nel campo della viabilità e dei trasporti; gestione del territorio e dell’ambiente;
ü  Eliminazione della giunta per i comuni al di sotto dei 1000 abitanti;
ü  Riduzione da 9 a 6 consiglieri per tutti i comuni, quindi 4 di maggioranza e 2 di minoranza più il sindaco.
ü  Applicazione del patto di stabilità per i comuni fino a 1000 abitanti.


Due considerazioni vanno fatte subito: questi provvedimenti all’interno di manovre di contenuto finanziario non solo sono lesive dell’autonomia e dell’autodeterminazione dei comuni, ma mettono a repentaglio la democrazia e la rappresentanza. Il taglio dei consiglieri comunali come quello della giunta rappresenta un taglio al volontariato civile che molti di noi fanno nel nostro comune, aumentando la consapevolezza della cittadinanza di quanto succede e quindi la trasparenza della macchina amministrativa, principio non molto rispettato neppure dalle nostre parti. Inoltre la diminuzione del numero di cittadini che si occupano del bene comune è un impoverimento della nostra democrazia, con l’accentramento nelle mani di pochi del potere decisionale.
E in questo ha una responsabilità altissima quella forza che dell’autonomia e del federalismo ha fatto la sua bandiera, rimangiandosi poi la parola in funzione di un  neocentralismo regionale. Parlo ovviamente della LEGA, di lotta qua sul territorio e attaccata alla “scagna” a Roma e a Milano. A tutti le proprie responsabilità e la Lega Nord ne ha molte in questo senso.
A settembre tramite un’interrogazione consigliare ho chiesto al sindaco di Serina a che punto siamo sulla discussione dell’esercizio associato delle funzioni. “Ne stiamo parlando”, ha risposto, dando facilmente ad intendere che è tutto in alto mare.
Vorrei pertanto che sul futuro della nostra valle si facesse una bella discussione mettendo insieme pezzi che all’apparenza sono distanti.
La valle Serina soffre di marginalità economica e politica da molto tempo. Anche Serina ultimamente, se non altro con le ultime stagioni estive, perde terreno in confronto ad altri territori.
A ciò si aggiunge la crisi, quindi la disoccupazione e l’assenza di risorse disponibili ai comuni per rilanciare il turismo e l’attività economica.
In ultimo si sono aggiunte le novità delle manovre che costringono in qualche modo i comuni a dover cooperare e a perdere autonomia. Ma anziché farci imporre dei modelli associativi e farci privare così del potere di decidere in modo autonomo, perché non decidiamo noi quale sarà il nostro futuro?
La mia proposta è pertanto che tutti gli attori principali delle istituzioni ma anche della società civile della Val Serina (associazione agricoltori, pro loco, ecc..) comincino a discutere su quale assetto istituzionale sia migliore per rilanciare la valle e quali strumenti di partecipazione alle decisioni possano essere più funzionali.
E’ pacifico che ogni comune voglia, e aggiungo debba, mantenere una propria autonomia e specificità, ma mai come ora dobbiamo ragionare insieme del futuro. Se davvero dobbiamo unire le funzioni, perché non creare a questo punto un’unica istituzione, con un piano strategico e organico condiviso dai sindaci, in cui si decide insieme  come distribuire le risorse, quali provvedimenti prendere, su quali caratteristiche della valle puntare, che strategia di marketing territoriale adottare? Altrimenti il rischio è che dall’alto ci impongano forme di collaborazione che non condividiamo, o peggio anche fusioni come previsto dalla prima bozza della manovra, e che si rivelino in ultima analisi,  come ogni scelta imposta, un carrozzone inutile.
Facciamo un percorso assieme e condividiamo obiettivi e strategie. Credo che la prospettiva sia la creazione di un’Unione dei comuni in cui però possiamo inserirci strumenti di autonomia per ogni singola comunità, di codecisione da parte dei rappresentanti dei comuni e di partecipazione democratica dei cittadini . In questo modo unifichiamo sia gli sforzi che gli obiettivi e non sprechiamo risorse. So che non è una cosa facile anche per le storie diverse e la paura di lasciare recinti sicuri, ma se non lo facciamo noi, qualcun altro lo deciderà a posto nostro. 

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