Le
nostre idee per
la Valserina
Uniamoci per preservare
la nostra autonomia
Come
sicuramente saprete, con le recenti manovre finanziarie ci sono state parecchie
novità che impattano con forza sui nostri comuni, in particolare sui paesi con
meno di 1000 abitanti. Ovvero tutti tranne Serina e Oltre il Colle, seppur
quest’ultimo paese di soli 62 unità. Nel 2010 difatti Dossena conta 966
abitanti , Costa Serina 980, Bracca 767, Algua 726 e Cornalba 310.
Le principali novità sono:
ü Obbligo di esercizio
associato per tutti i servizi e le funzioni amministrative per tutti i comuni
al di sotto dei 1000 abitanti;
ü Possibilità di aderire a un’Unione
dei comuni per tali comuni per conferirle le PRINCIPALI funzioni (quindi non
tutte);
ü Obbligo entro 3 anni
dell’esercizio associato di tutte le funzioni amministrative per i comuni al di
sotto dei 5000 abitanti: amministrazione;
gestione e controllo; funzioni di polizia locale; istruzione; funzioni nel
campo della viabilità e dei trasporti; gestione del territorio e dell’ambiente;
ü Eliminazione della giunta per
i comuni al di sotto dei 1000 abitanti;
ü Riduzione da 9 a 6 consiglieri
per tutti i comuni, quindi 4 di maggioranza e 2 di minoranza più il sindaco.
Due
considerazioni vanno fatte subito: questi provvedimenti all’interno di manovre
di contenuto finanziario non solo sono lesive dell’autonomia e
dell’autodeterminazione dei comuni, ma mettono a repentaglio la democrazia e la
rappresentanza. Il taglio dei consiglieri comunali come quello della giunta
rappresenta un taglio al volontariato civile che molti di noi fanno nel nostro
comune, aumentando la consapevolezza della cittadinanza di quanto succede e
quindi la trasparenza della macchina amministrativa, principio non molto
rispettato neppure dalle nostre parti. Inoltre la diminuzione del numero di
cittadini che si occupano del bene comune è un impoverimento della nostra
democrazia, con l’accentramento nelle mani di pochi del potere decisionale.
E in questo ha una
responsabilità altissima quella forza che dell’autonomia e del federalismo ha
fatto la sua bandiera, rimangiandosi poi la parola in funzione di un neocentralismo regionale. Parlo ovviamente
della LEGA, di lotta qua sul territorio e attaccata alla “scagna” a Roma e a Milano. A tutti le proprie responsabilità e la
Lega Nord ne ha molte in questo senso.
A settembre
tramite un’interrogazione consigliare ho chiesto al sindaco di Serina a che
punto siamo sulla discussione dell’esercizio associato delle funzioni. “Ne
stiamo parlando”, ha risposto, dando facilmente ad intendere che è tutto in
alto mare.
Vorrei pertanto che sul futuro della nostra valle si
facesse una bella discussione mettendo insieme pezzi che all’apparenza sono
distanti.
La valle
Serina soffre di marginalità economica e politica da molto tempo. Anche Serina
ultimamente, se non altro con le ultime stagioni estive, perde terreno in
confronto ad altri territori.
A ciò si
aggiunge la crisi, quindi la disoccupazione e l’assenza di risorse disponibili
ai comuni per rilanciare il turismo e l’attività economica.
In ultimo si
sono aggiunte le novità delle manovre che costringono in qualche modo i comuni
a dover cooperare e a perdere autonomia. Ma anziché farci imporre dei modelli
associativi e farci privare così del potere di decidere in modo autonomo, perché
non decidiamo noi quale sarà il nostro futuro?
La
mia proposta è pertanto che tutti gli attori principali delle istituzioni ma
anche della società civile della Val Serina (associazione agricoltori, pro
loco, ecc..) comincino a discutere su
quale assetto istituzionale sia migliore per rilanciare la valle e quali
strumenti di partecipazione alle decisioni possano essere più funzionali.
E’ pacifico
che ogni comune voglia, e aggiungo debba, mantenere una propria autonomia e
specificità, ma mai come ora dobbiamo ragionare insieme del futuro. Se davvero
dobbiamo unire le funzioni, perché non creare a questo punto un’unica istituzione, con un piano strategico e
organico condiviso dai sindaci, in cui si decide insieme come distribuire le risorse, quali
provvedimenti prendere, su quali caratteristiche della valle puntare, che
strategia di marketing territoriale adottare? Altrimenti il rischio è che dall’alto ci impongano
forme di collaborazione che non condividiamo, o peggio anche fusioni come
previsto dalla prima bozza della manovra, e che si rivelino in ultima
analisi, come ogni scelta imposta, un
carrozzone inutile.
Facciamo un
percorso assieme e condividiamo obiettivi e strategie. Credo che la prospettiva
sia la creazione di un’Unione dei comuni
in cui però possiamo inserirci strumenti di autonomia per ogni singola
comunità, di codecisione da parte dei rappresentanti dei comuni e di
partecipazione democratica dei cittadini . In questo modo unifichiamo sia
gli sforzi che gli obiettivi e non sprechiamo risorse. So che non è una cosa
facile anche per le storie diverse e la paura di lasciare recinti sicuri, ma se
non lo facciamo noi, qualcun altro lo deciderà a posto nostro.
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